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Quando De Raho elogiava il meccanismo delle "Sos"

Da capo dell'Antimafia difese le "segnalazioni sospette": "Il sistema? È il più moderno". Il vice Laudati: "Efficace"

Quando De Raho elogiava il meccanismo delle "Sos"

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Ad ascoltare Cantone alla Camera mentre descriveva i «numeri impressionanti» del «mercato delle segnalazioni di operazioni sospette» (le Sos), c'era anche il deputato M5s Federico Cafiero de Raho. Non è intervenuto, ma - racconta il senatore Gasparri - ha chiesto di acquisire le relazioni fatte all'epoca dalla Procura Nazionale Antimafia. Una richiesta normale, se non fosse che a capo della Dna, dal 2017 al 2022, proprio mentre il maresciallo Striano confezionava dossier per conto terzi scaricando 33.528 file dalla banca dati riservatissima della procura antimafia, c'era proprio Cafiero de Raho.

Siamo comunque in grado di rinfrescare la memoria all'ex magistrato ora onorevole Cinque Stelle su quel che diceva sul sistema colabrodo delle Sos. «Tra gli strumenti più moderni nella lotta al riciclaggio c'è il meccanismo delle segnalazioni sospette», un servizio che è stato «ampiamente ristrutturato nel corso degli anni», spiegava de Raho, nelle vesti di procuratore Antimafia in audizione alla Camera nel novembre 2020. Un meccanismo esemplare, insomma, il fiore all'occhiello per la lotta al riciclaggio. Neppure l'ombra di criticità e del rischio di usi distorti di quella miniera di informazioni. Stessi concetti ribaditi nella relazione annuale dell'Antimafia trasmessa all'allora presidente della Camera Roberto Fico, suoi futuro collega di partito. Un lungo e dettagliato documento, con un capitolo sul «Contrasto patrimoniale alla criminalità organizzata e al terrorismo», firmato dai due vice di de Raho, i sostituti Giovanni Russo, responsabile del Servizio Risorse Tecnologiche e Sicurezza dell'Antimafia, e Antonio Laudati, coordinatore del gruppo Sos. Sì, lo stesso Laudati indagato a Perugia, insieme a Striano, nell'inchiesta sul dossieraggio. Nella relazione della Dna Laudati e Russo ribadivano i concetti espressi in Parlamento dal loro capo de Raho: «Tra gli strumenti più moderni per il contrasto patrimoniale alla criminalità organizzata ed il terrorismo vi è il meccanismo del sistema antiriciclaggio e delle SOS», scrivono. Un sistema che garantisce «una efficace aggressione ai patrimoni e ai flussi economici illeciti», è che negli ultimi anni è stato «totalmente ristrutturato» in modo da essere tempestivo al massimo. La procedura, scrive Laudati, «appare in grado di garantire la speditezza, la economicità e la efficacia delle investigazioni». Anche qui al Parlamento viene comunicata l'immagine di un meccanismo perfetto, senza falle. In effetti è quello che era stato spiegato, ancora alla Camera, dal sostituto Giovanni Russo, qualche tempo prima. Con parole che, lette oggi, fanno un certo effetto: «Con un pizzico d'orgoglio e senza falsa modestia, mi fa piacere affermare che la nostra banca dati, il sistema informativo di cui è dotato il nostro Paese, la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, è la banca dati giudiziaria migliore del mondo. È un sistema potente e sicuro. Facendo i debiti scongiuri, dalla sua creazione non è stata mai oggetto di penetrazione, neanche in tempi recenti, in cui, come abbiamo visto, sono proliferati gli attacchi e anche le capacità tecnologiche di intrusione nei sistemi informatizzati».

Del resto era stata questa la linea anche del predecessore di de Raho alla guida dell'Antimafia, Franco Roberti, quando annunciò ai parlamentari i nuovi protocolli siglati con la Dia e con il Nucleo di polizia valutaria, «per accelerare i tempi di elaborazione delle segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio» e renderlo ancora più efficiente. Poi nel 2017 Roberti lascerà a de Raho la poltrona all'Antimafia, per prenderne un'altra: europarlamentare del Pd. Da Italia Viva arriva la richiesta di un'audizione di de Raho in commissione parlamentare antimafia, di cui è vicepresidente, mentre il centrodestra giudica inopportuna la sua presenza nella commissione e chiede che si astenga dalle sedute. «Basta fango su de Raho», risponde il M5s. Gasparri fa notare che «i tre procuratori nazionali antimafia che hanno preceduto l'attuale sono tutti finiti in Parlamento con la sinistra (Grasso, Roberti, de Raho, ndr)» e questo, dice il senatore azzurro, «induce un sospetto.

La sinistra ha una corresponsabilità nell'uso politico della giustizia che si estende anche ai danni fatti alla Procura antimafia, una struttura preziosa infangata da questo scandalo».

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