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Quegli incontri segreti col fratello della Boschi per salvare le coop

Emanuele guida il cda di una Srl di servizi Vertici negli studi di Bonifazi, tesoriere Pd

Quegli incontri segreti col fratello della Boschi per salvare le coop

Salvate il soldato coop. A ogni costo. Le cooperative di costruzioni sono in affanno. L'onda lunga della recessione si è abbattuta sul comparto lasciando in dote dal 2008 al 2014 un calo di circa 64 miliardi di investimenti e una perdita di 529mila posti di lavoro più altri 800mila considerando l'indotto. Come ha ben ricostruito Antonio Amorosi nel suo libro Coop connection, le «sette sorelle del mattone» da padrone del mercato si sono ritrovate cenerentole: parliamo delle reggiane Unieco, Coopsette e Cmr, Cesi di Imola, Coop Costruzioni di Bologna, Cmb di Carpi e Cmc di Ravenna, la terza impresa di costruzioni del Paese che ancora regge perché del miliardo di fatturato il 60% è ottenuto da commesse all'estero. L'ex presidente di Legacoop, Giuliano Poletti, è stato chiamato da Matteo Renzi proprio per tamponare il collasso, ricorda Amorosi. L'«unità di crisi» di Palazzo Chigi è dunque già al lavoro da tempo. Ma avrebbe affidato una missione in outsourcing agli alfieri del giglio magico.

Il condizionale è d'obbligo perché nei salottini di Firenze e Arezzo nessuno conferma né smentisce. Ma qualcuno si è lasciato scappare una mezza parola in più. E, in cambio della massima riservatezza, ha riferito al Giornale di una serie di incontri avvenuti nei mesi scorsi presso lo studio di Francesco Bonifazi, avvocato, parlamentare e tesoriere del Pd nonché ex fidanzato del ministro Maria Elena Boschi. Chi era seduto attorno al tavolo? Lo stesso Bonifazi, l'avvocato fiorentino Leonardo Romagnoli (nominato nel 2015 commissario della Cantarelli, storica azienda aretina d'abbigliamento, e chiamato nel 2009 da Renzi nel cda dell'Ataf, l'azienda di trasporti pubblici del capoluogo toscano), Vincenzo Onorato (presidente del Consorzio cooperative costruzioni di Bologna) e Emanuele Boschi. Ovvero il fratello del ministro, nonché ex responsabile dell'analisi dei processi di costo di Banca Etruria. Boschi junior lascia la popolare aretina a marzo 2015 e si appoggia per alcune settimane allo studio fiorentino di Luciano Nataloni, in via delle Mantellate 8, commercialista ed ex membro del cda della stessa Etruria. Nataloni è stato indagato per conflitto d'interessi dalla procura di Arezzo per i finanziamenti erogati dalla banca a 14 società vicine a lui e all'ex presidente Lorenzo Rosi, che avrebbero causato 30 milioni di euro di buco. Nel giugno 2015 Emanuele Boschi si trasferisce a pochi passi, al civico 9 della stessa via, chiamato da Bonifazi, per ricoprire la carica di presidente del cda della Mantellate Nove Srl, che offre servizi aziendali rivolti a studi legali e contabili. Ed è dunque come consulente di fiducia che si sarebbe seduto attorno al tavolo che avrebbe dato vita al piano salva coop. Ovvero lo scorporo della parte «buona» da quella «cattiva» (seguendo un po' lo stesso schema delle good e bad bank testato con l'Etruria) della galassia del consorzio CCC che ha duecentoquaranta imprese associate e ventimila addetti e una sede di nove piani nel quartiere periferico di Bologna Borgo Panigale. La genesi operativa del progetto resta da chiarire ma la notte del 4 aprile il vecchio Consorzio CCC ha affittato il ramo d'azienda relativo all'acquisizione degli appalti al neonato consorzio Integra, con sede a Bologna, un giro d'affari complessivo di circa 6 miliardi con una capitalizzazione di 42 milioni sottoscritta in meno di un mese. Nella nuova società è stato trasferito il portafoglio lavori da 2 miliardi di euro di CCC e a presiedere Integra è stato chiamato Onorato. Il rilancio passa dunque dalla good company. Meno certo è il destino del vecchio consorzio CCC, da quattro anni in contratto di solidarietà, dove rimarranno 86 dipendenti (55 sono migrati in Integra) e il cui timone è stato ceduto da Onorato a Domenico Livio Trombone, già nel collegio sindacale di big della cooperazione come Unipol, Cpl Concordia e Coopsette, e considerato vicino al sindaco piddino di Modena e presidente della Provincia, Gian Carlo Muzzarelli. I fornitori, gli artigiani, che non hanno ancora incassato i lavori svolti, dove andranno a finire?, si chiedono in Emilia. Ricordando che nel consuntivo del Ccc al 25 giugno 2015 erano iscritti debiti per 990 milioni. Senza dimenticare i soci prestatori che vantano crediti verso le vecchie coop edili: solo quelli residenti in territorio reggiano erano esposti per complessivi 70 milioni. Tutti elettori che il partito rischia di perdere. E questo l'«unità di crisi» del giglio magico lo sa bene.

Il destino delle coop di costruzione sta inoltre a cuore alla famiglia Boschi: Pier Francesco, il fratello più piccolo che lo scorso 2 giugno ha accompagnato Maria Elena al Quirinale per la festa della Repubblica, è assunto alla Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna.

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