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Quei 500 clandestini senza identità in fuga per le vie di Roma

Per quattro giorni hanno bivaccato davanti a Tiburtina. All'arrivo dei poliziotti, sono spariti nel nulla. Siamo al sicuro?

Quei 500 clandestini senza identità in fuga per le vie di Roma

Dormivano sui cartoni, per terra. Sdraiati su quell’asfalto che, appena il sole è alto in cielo, diventa incandescente come l'inferno. Non avevano acqua né cibo, non avevano nemmeno un bagno. L'unico presente nel raggio di centinaia di metri è a pagamento. Eppure, non appena sono intervenute le forze dell'ordine per identificarli e portarli nei centri di prima accoglienza, i 500 clandestini accampati nei pressi della stazione Tiburtina sono fuggiti nel nulla, dispersi per le vie di Roma. Gli agenti ne hanno acciuffati appena diciotto. E gli altri? Siamo certi che non siano pericolosi?

Alcuni dei clandestini che erano accampati davanti alla stazione Tiburtina sono sbarcati con i barconi che approdano nel Sud Italia. Sono soprattutto etiopi ed eritrei, scampati alla fame e alle guerre. Altri, invece, sono fuggiti dai centri di accoglienza. Altri ancora sono stati sgomberati dagli innumerevoli campi abusivi che circondano la Capitale. "Attendiamo un pullman che ci porti via, verso una nuova vita - dice qualcuno - in Germania, Austria, o comunque nel Nord Europa". Ma la verità è un'altra: la maggior parte di questi disperati non ha nemmeno i documenti. Oltre al fatto che Berlino ha sospeso temporaneamente il trattato di Schengen fino al 15 giugno per il G7. Per questo stavano fermi lì, a Largo Mazzoni, via Pietro l’Eremita e via Cupa, dove c’è un centro di accoglienza. La Croce Rossa Italiana, con un medico, infermieri e mediatori culturali, e un camper ormai fisso, provedeva a dare loro i pasti e li assisteva da un punto di vista sanitario. I farmaci venivano forniti (gratuitamente) dalla Asl. "Queste persone - spiegano dalla Croce Rossa - presentano malattie dermatologiche, hanno ustioni provocate dalla nafta dei barconi o ferite da arma da fuoco non curate. Qui proseguiamo anche le terapie iniziate dopo gli sbarchi. Abbiamo circa 60 pazienti al giorno". Alcuni passanti, poi, lasciavano una bottiglia di acqua, qualcosa da mangiare o un po' di spicci.

Questo fino a oggi pomeriggio. Quando sono arrivati gli agenti per identificarli, c'è stato un fuggi fuggi. Solo 18 sono stati identificati e portati all’ufficio immigrazione. Tutti gli altri si sono dispersi per le vie di Roma. Qualcuno ha pure reagito violentemente. E ne è nato un breve parapiglia con i poliziotti che sono, comunque, riusciti a riportare la calma. Ma quasi 500 persone sono riuscite a far perdere le proprie tracce.

E nessuno può assicurarci che tra questi non ci sia qualche soggetto pericoloso.

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