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Quei 750mila euro di sbilancio incassati dai coniugi Occhetto

Da Pieraccini all'ex pm Ayala ecco il tesoro portato a casa dai senatori. E la famiglia Occhetto è in attivo di 750mila euro

Quei 750mila euro di sbilancio incassati dai coniugi Occhetto

Giovanni Pieraccini, Mario Valiante e Karl Mitterdorfer sono nomi che, oggi, dicono poco al grande pubblico perché appartenenti a un'era politica ormai tramontata. Queste «colonne della Repubblica», ormai alla soglia dei novant'anni, fanno parte dell'elenco dei vitalizi assegnati dal Senato. Lontani dal Palazzo da più di trent'anni, hanno percepito l'assegno per tutto questo tempo e le erogazioni hanno superato di gran lunga il montante dei contributi versati durante una lunga e onorata carriera di parlamentari. Il risultato, però, è sconcertante. Lo sbilancio dell'ex ministro del Bilancio (perdonate il calembour, ma con Renzi ormai vanno di moda) Pieraccini - successore nel 1964 di Antonio Giolitti - è di oltre 2,5 milioni di euro, quello dell'ex dc Valiante di 2 milioni. Per l'altoatesino Mitterdorfer è superiore agli 1,75 milioni: niente male se si considera che il 95enne bolzanino da giovane optò per la Germania combattendo nella Luftwaffe e garantendosi una croce di ferro di seconda classe.

Il Giornale ha preso in esame l'elenco dei vitalizi in essere del Senato a fine 2014 e ha calcolato per cinquanta ex componenti dell'assise di Palazzo Madama la differenza tra il montante contributivo e le «pensioni» ricevute. Si è preso in esame un contributo medio annuo di 15.873 euro, la cifra grosso modo versata in media ogni anno dagli attuali senatori e comprensiva dell' addendum per ottenere la reversibilità a favore di coniugi e partner. Come erogazione si è considerata la cifra netta dell'assegno vitalizio mensile. A scopo prudenziale abbiamo considerato sospesa l'erogazione in caso di assunzione di altri incarichi pubblici (consigliere regionale, assessore, eurodeputato, componente di organi costituzionali) sebbene la riforma del regolamento sui vitalizi che ne prevede lo stop risalga al 2012.

Si possono così osservare alcuni casi specifici. Ad esempio, i coniugi Occhetto hanno ricevuto circa 750mila euro in più di quanto abbiano versato. L'ex segretario del Pds è «indietro» di 235mila euro circa, mentre la moglie Aureliana Alberici ha già ottenuto oltre 500mila euro in più delle trattenute. La loro somma è pur sempre inferiore allo «sbilancio» di altri noti esponenti dei Ds come l'ex presidente della commissione Stragi, l'avvocato Giovanni Pellegrino (-1,27 milioni) o come il politologo Gianfranco Pasquino (-800mila euro). Dietro i tre recordmen citati all'inizio figura un ex parlamentare comunista come Sergio Flamigni che, abbandonato il laticlavio nel 1987 si è dedicato a scrivere di «caso Moro» e loggia P2. Con un vitalizio di 6.227 euro mensili è stato sicuramente più facile: in questi 28 anni, però si sono prodotti circa 1,7 milioni di quello che per un normale pensionato si definirebbe «buco previdenziale». Che, poi, insomma è più difficile parlare di mancate perequazioni e sentenze della Consulta per chi riceve poco più di 1.500 euro al mese di assegno Inps quando per gli ex parlamentari, come detto, l'economia è cominciata solo tre anni fa. Vale anche per l'ex sottosegretario dc Riccardo Triglia (5.692 euro e una posizione in rosso per un milione).

Prima della riforma, infatti, con meno di trent'anni in Parlamento si riceveva l'85,5% dell'indennità. Se si aggiunge che anche le legislature concluse prima del quinquennio naturale venivano considerate come intere, si ottengono i superassegni di Mitterdorfer (6.868 euro) e dei democristiani Pietro Pala e Giuliano Zoso (6.227 euro entrambi) che hanno ricevuto oltre un milione in più di quanto abbiano versato. Lo stesso dicasi per l'ex ministro socialista Giorgio Ruffolo (4.581 euro di assegno e 861mila euro di ammanco). Così nell'elenco compaiono nomi noti come quelli dell'ex pm Giuseppe Ayala (-297mila), di Nando Dalla Chiesa (-256mila) e del sociologo Franco Debenedetti (-210mila). Il vecchio sistema, inoltre, consentiva di accedere al vitalizio anche con una breve presenza in Parlamento: è il caso di due esponenti di centrodestra come Jas Gawronski e il regista Pasquale Squitieri che hanno ottenuto un trattamento minimo secondo i vecchi parametri (2.381 euro). Avendo versato pochi contributi, però, le loro rispettive posizioni sono già in rosso per 320 mila e 434mila euro rispettivamente. Le regole attuali sono un po' più stringenti, ma non cambiano la sostanza della questione, ovvero se sia giusto ricevere un assegno «pensionistico» quando i contributi versati sono esauriti.

(1 - continua)

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