Cronache

Quei palloncini in cielo che fanno strage di uccelli

Si donano ai bimbi, si lanciano nelle feste ma una volta esplosi la plastica ricade su mari e terre. E a farne le spese sono i volatili che la mangiano

Quei palloncini in cielo che fanno strage di uccelli

Quando ero bambino mio padre mi comprava numerosi dischi che io avevo imparato a mettere sul piatto, appoggiandovi il braccio con la puntina. Un giorno un 45 giri mi cadde a terra e io corsi da mia madre piangendo perché lo adoravo ed ero terrorizzato di non poterlo più riavere. Renato Rascel cantava: «Dove andranno a finire i palloncini, quando sfuggono di mano ai bambini (…) e mentre ascoltavo, fantasticavo di questi palloncini colorati che se ne andavano per l'azzurrità e arrivavano a far giocare gli angeli del cielo.

La realtà è purtroppo molto meno poetica di quanto la sognasse Rascel. I milioni di palloncini che, ogni anno, si levano in cielo, liberati in occasione delle più varie festività, dopo essere scoppiati ricadono sulla terra e, più facilmente, nelle acque dei mari. I forti venti li sospingono verso gli oceani dove molti uccelli marini sono stati trovati con una corda appesa a un palloncino nel loro becco o intorno al collo. Nell'apparato digerente degli uccelli marini, quali gli Albatros, le Berte e i Gabbiani, si trovano comunemente residui di plastica in grado di provocare gravi malattie e addirittura la morte per occlusione intestinale.

A lanciare l'allarme sono lo Csiro (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation ) in Australia e gli inglesi dell'Imperial College di Londra. I dati di uno studio pubblicati su un'autorevole rivista sono drammatici. Oltre il 90% degli uccelli marini, già oggi, ha ingerito plastica di vario tipo e origine e le previsioni sono che, entro il 2050, la percentuale raggiungerà il 99%. Non solo gli uccelli sono minati da questo pauroso inquinamento, ma anche i pinguini stanno andando incontro alla stessa sorte. I classici sacchetti di plastica del supermercato e del negozio dove andiamo a fare la spesa, sono tra i principali inquinanti, ma anche gli abiti fabbricati con fibre sintetiche fanno la loro parte, così come i tappi delle bottiglie (oggi non più di sughero perché costa troppo) e appunto i palloncini colorati che si vendono in qualunque fiera di quartiere. Naturalmente i palloncini che scappano di mano ai bambini rappresentano una percentuale trascurabile del problema e non è certo il caso di negare a Carletto il suo agognato palloncino con il quale giocare a casa finché l'esaurimento dell'elio non lo sgonfi del tutto. Qui si fa riferimento ai milioni (miliardi?) di palloncini che s'innalzano nei cieli di tutto il mondo in occasione di particolari avvenimenti festosi. Questi andrebbero proibiti.

«Si tratta di una quantità enorme», afferma Chris Wilcox, uno dei biologi, riferendosi alla quantità di plastica nei mari. La stima è che 4,8 tonnellate di rifiuti, buona parte dei quali a base di plastica, finisca nelle acque marine.

La riduzione della plastica e soprattutto un suo consapevole smaltimento saranno alla base della salvezza di molte specie animali.

Purtroppo i tempi di Rascel sono un ricordo da bambini.

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