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Quei preti filo migranti in lite con l'estrema destra. E uno si candida a sinistra

Forza Nuova si presenta in chiesa per protesta a Pistoia. Ostia, un altro don al mare coi profughi

Quei preti filo migranti in lite con l'estrema destra. E uno si candida a sinistra

Quando si dice solidarietà. Che i preti possano farsi carico di qualche giorno di vacanza, per i migranti che assistono, potrebbe diventare una costante. Altrettanto che, a scovare la generosità, siano sempre i militanti di destra. Già, perché a fare il paio con la benevolenza di don Massimo Biancalani, il parroco di Vicofaro a Pistoia, che ha portato i migranti in piscina qualche giorno fa, c'è la giornata al mare incoraggiata dal viceparroco della chiesa Santa Monica di Ostia. E se ieri Forza Nuova e don Massimo si sono riappacificati mettendo fine alla disputa sulle modalità dell'accoglienza, è quanto accaduto al Lido di Roma a riaccendere la miccia del contrasto.

Don Franco De Donno, il 16 luglio scorso, ha accompagnato in spiaggia un'ottantina di immigrati assieme agli operatori dell'associazione Baobab Experience. La notizia sarebbe passata sotto silenzio se non fosse stato che da due giorni ormai, una trentina di attivisti di Casapound, tiene d'occhio la parrocchia perché il viceparroco ha deciso di candidarsi, a presidente del Municipio X, mettendo in piedi assieme a tanti sostenitori una lista civica vicina alla sinistra (Laboratorio Civico Municipio X). Quel territorio della capitale che da due anni è commissariato per infiltrazioni mafiose e che in autunno tornerà di nuovo alle urne. Ma gli attivisti, supportati anche da semplici cittadini non ci stanno e da sabato scorso presidiano l'esterno della parrocchia per verificare che non si tenga anche una sorta di comizio improvvisato dei gruppi pro migranti che sostengono il prete. Quella di ieri sera tuttavia è stata per padre De Donno l'ultima messa e il saluto alla comunità. Ora starà all'istituzione ecclesiastica del Vicariato scegliere se concedere, al sacerdote settantunenne, la sospensione a divinis secondo la formula temporale e revocarla quando il prete lascerà il mandato politico, oppure totale. In questo periodo di intermezzo tuttavia don Franco De Donno rimarrà direttore della Caritas diocesana di Ostia. Luogo che offre sostegno anche a richiedenti asilo e rifugiati. L'acrimonia di Casapound nei confronti di quello che chiamano il prete rosso è stata scatenata nella primavera scorsa quando assieme ai centri sociali aveva organizzato manifestazioni politiche che chiedevano la chiusura della loro sede: «De Donno è lo stesso che si rifiutò di benedire la targa di Alberto Giaquinto, militante del Msi ucciso negli anni '70» chiosa Luca Cirimbella, delegato di Casapound a Ostia. «Altrettanto sono note le sue posizioni immigrazioniste: dalla difesa degli occupanti dell'ex colonia Vittorio Emanuele al sostegno agli accampamenti abusivi dei rom». Secondo i militanti di estrema destra padre De Donno avrebbe tradito la fiducia dei suoi parrocchiani e quindi non dovrebbe candidarsi. Invece il religioso è corteggiato ampiamente anche dal Pd che pensa di convergere su di lui proprio per recuperare i voti dei cattolici. La strada per il partito di Renzi è in salita a Ostia dove, piuttosto la parte del leone, almeno da quanto emerge dai sondaggi locali, la starebbe facendo il momento il Movimento Cinque stelle.

Certo non sarebbe la prima volta che una certa sinistra schiaccia l'occhio alle tonache: non si può dimenticare la levata di scudi a difesa di don Mussie Zerai, il prete eritreo indagato perché aveva attivato una sorta di call center per dare l'allarme dai barconi facilitando, in piena regola, l'immigrazione clandestina.

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