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Quei segnali tra Lega e M5S (con l'ostacolo immigrazione)

Salvini ai ballottaggi ha già aiutato Appendino e Raggi: "Contatti? Non ancora...". Il Pd trema: "Insieme ci fregano"

Quei segnali tra Lega e M5S (con l'ostacolo immigrazione)

«A me, per ora, non ha chiamato nessuno». Matteo Salvini dice di essere sorpreso: quest'idea di un'alleanza di governo tra la Lega e il Movimento Cinque Stelle non sarebbe sua. Però, ora che ci riflette, mica la esclude a priori, comunque non la schifa, ci mancherebbe altro. Spiega: «Non so come sia nata e in verità non so come possa crescere. Certo, entrambi abbiamo chiesto subito e chiediamo che agli italiani venga riconosciuto il diritto di andare a votare, la nostra è un'alleanza per andare subito alle urne, ma non vedo come si possa andare oltre».

Come a Torino o a Roma, dove alla fine la Lega ha appoggiato le sindache pentastellate Chiara Appendino e Virginia Raggi. Replica il leghista: «Era diverso, in quei casi si trattava di un appoggio contro Fassino e Marino, per abbattere il loro sistema. Ma su temi per noi fondamentali, come immigrazione e sicurezza, le nostre posizioni sono troppo lontane». Missione impossibile. Salvini sorride: «Almeno se loro non cambiano idea e non iniziano a pensarla come noi su immigrati e sicurezza». Arrivederci e grazie, il momento è così, si pesca un po' nel mazzo. E comunque il leader leghista sta al gioco. Non sarà lui ad aver messo in giro l'idea della Fanta-alleanza, ma non può negare che l'ipotesi è almeno suggestiva. Negli avversari, per esempio, induce a paurose suggestioni. «Vuoi vedere che i due populisti, Grillo e Salvini, s'alleano e ci fregano tutti», stanno pensando quelli del Pd.

«Subito al voto», ripetono da domenica notte Beppe Grillo e Matteo Salvini. Al di là di come la pensi Renzi, in queste ore sono i protagonisti della vittoria referendaria l'ago della bilancia. Loro, il populista Grillo e il populista Salvini, potrebbero garantire insieme una maggioranza per governare il Paese? Difficile pescare un'idea così? Qualcuno ci aveva già pensato, ma con uno scenario tutto diverso.

Per esempio Massimo D'Alema, leader minimo del fronte sinistro che ha detto No alla riforma Renzi-Boschi. D'Alema pensa che in un Paese come l'Italia un populista solo non basti: ne serve uno di destra e un altro di sinistra. Grillo sarebbe quello a sinistra, D'Alema la stampella «istituzionale», Chiara Appendino la perfetta candidata premier. Solo che quest'idea è di D'Alema, al solo parlarne Grillo e i suoi ridono.

Certo più cauto è Silvio Berlusconi che non ha mai celato le sue simpatie per alcuni volti nuovi emersi dai 5 Stelle. Il Cavaliere si era accorto del fenomeno Grillo ben prima della vittoria referendaria. Già nella primavera scorsa, il progetto presentatogli da Stefano Parisi parlava diffusamente dei Cinque Stelle. Al punto 5 della prima bozza di programma si scriveva, tra l'altro: «Il web sarà il cuore pulsante e il collettore del partito, sul modello del Movimento 5 Stelle, ma con le opportune differenze». E nei giorni scorsi Parisi ha presentato, in anteprima ai suoi fedelissimi, la piattaforma web di Energia per l'Italia. L'hanno realizzata cinquanta ingegneri-militanti, tutti over 40. Sarà lanciata dopo Natale.

Per pescare idee nuove nella Rete.

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