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Quell'omaggio sulla tomba di Chavez

Due senatori hanno fatto visita alla sepoltura del dittatore venezuelano

Quell'omaggio sulla tomba di Chavez

San Paolo (Brasile) - Nessuno parla di politica estera in questa campagna elettorale ed allora, prima di votare, leggetevi almeno le stupidaggini scritte dal M5s sul Venezuela (Risoluzione 7-01168 presentata in Parlamento nel 2017 dai grillini Di Stefano, Di Battista, Scagliusi, Spadoni, Grande e Del Grosso): «Il Venezuela è tra i 29 Paesi nel mondo che hanno raggiunto gli obiettivi di sviluppo del Millennio. Nel Paese la fame è meno del 5%, prima del 1998 (ovvero prima di Chávez, ndr) 5 milioni di persone soffrivano la fame, oggi sono meno di 500mila». Un profluvio di bugie inenarrabili.

In realtà in Venezuela il popolo sta così bene che fugge «a milioni», i detenuti mangiano topi per non morir di fame, la povertà è all'87%, 19 sono i Kg che hanno perso negli ultimi due anni la stragrande maggioranza dei venezuelani e sono già più di 200 i neonati morti per denutrizione nel 2018. E allora come non ricordare oggi l'onnipresente Di Stefano che accompagnato da due compagni di lotta a 5 stelle (Ornella Bertorotta, che ora ha guai giudiziari per un'accusa di tentata concussione, e Vito Petrocelli), va in pellegrinaggio sulla tomba del Comandante Chávez in occasione dell'ultimo anniversario della sua dipartita?

Come dimenticare che gli stessi esponenti del M5s si rifiutarono d'ascoltare le voci disperate della nostra comunità all'interno del Club italo-venezuelano - per la cronaca il maggiore del globo terracqueo - perché preferirono, era il 5 marzo del 2017, non mille anni fa, «fare la ruota» al dittatore Nicolás Maduro, il «macellaio» come lo chiama il settimanale tedesco Der Spiegel.

Nel pellegrinaggio 2017 a spese dei contribuenti italiani, i grillini fecero insomma capire di cosa sono capaci in quanto a politica estera, elogio pubblico al chavismo compreso, mentre non spesero una parola sull'inesistente divisione dei poteri, i 265 prigionieri politici, le torture quotidiane, gli studenti massacrati a centinaia, la denutrizione killer, la diaspora di tanti connazionali, la censura, ecc. Una pezza tentò di metterla l'ambasciatore Mignano, organizzando nella sua residenza un incontro tra grillini e comunità italiana di Caracas.

Non servì perché, come riportato sul Foglio da Alberto De Filippis, gli italo-venezuelani presenti ebbero solo una conferma: davanti a loro c'erano onorevoli che ignoravano dove fossero.

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