Cronache

"Questo intervento è invasivo, non ha senso. I nostri monumenti si proteggono da soli"

Il critico: "Se lo scopo è fare sempre gli spettacoli è ancora peggio. Non è tutela"

"Questo intervento è invasivo, non ha senso. I nostri monumenti si proteggono da soli"

Coprire o non coprire l'Arena di Verona? Esistono davvero motivazioni strutturali, di tutela che richiedono un intervento così massiccio? Ha senso intervenire su un monumento antico a partire dalle esigenze di fruibilità per gli spettacoli?

Lo abbiamo chiesto ad uno dei più importanti critici d'arte di Italia: Vittorio Sgarbi.

Professor Sgarbi cosa pensa del progetto di copertura dell'Arena presentato ieri?

«Per quel che ho visto e sentito non mi piace, anzi mi fa schifo. Che senso ha intervenire in questo modo su un paradiso di forma come l'Arena? Su un capolavoro architettonico che ti consente di vedere e sentire uno spettacolo esattamente come si sarebbe visto in epoca romana? Non si interviene su un monumento così. Il solito brutto intervento, posticcio, che farà perdere di senso al monumento».

Ma non si deve proteggere l'anfiteatro? Si doveva pensare qualcosa di diverso?

«Ma da cosa bisogna proteggerlo? I monumenti si proteggono da soli, non servono mai interventi invasivi. L'Arena va semplicemente lasciata così com'è. È una struttura perfetta che non può essere deturpata dall'intervento del solito architetto. Ha solo bisogno di essere utilizzata in modo rispettoso. Non mi risulta la pioggia sia un problema né che questa soluzione sia davvero di qualche utilità in questo senso».

La copertura consentirebbe di mettere in scena gli spettacoli anche quando piove. Questo non è di per sé un beneficio?

«Ecco, se lo scopo è quello, fare sempre e comunque gli spettacoli, è ancora deteriore. C'è una bella differenza tra tutelare un monumento è sfruttarlo oltre la soglia del legittimo, sino alla consunzione. Solo in Italia si può confondere lo sfruttamento economico con la tutela. I monumenti vanno in primo luogo protetti, lasciandoli come sono, pensare solo a sfruttarli sino all'ultimo non è accettabile. La tutela deve venire prima di tutto.

Anche la tutela da progetti senza senso».

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