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Amore in famiglia e femminicidio

Amore in famiglia e femminicidio

Per l'appuntato dei carabinieri che ha ferito gravemente la moglie, ha assassinato le sue bimbe e poi si è tolto la vita è stata usata la retorica del femminicidio. L'uomo avrebbe agito così soltanto perché incapace di perdere il suo potere sulla donna. L'origine del male sarebbe quindi una cultura misogina e patriarcale, per cui la femmina deve essere sottomessa e privata di autonomia e libertà, pena la morte. A questa interpretazione, che vede come unico movente la pura prepotenza e la violenza intrinseca del maschio sulla femmina seguono gli insulti al carnefice di turno anche se cadavere, e la necessità di velocizzare un cambiamento culturale che attribuisca a entrambe i generi sessuali anche le pari opportunità di prendersi e lasciarsi senza morti e feriti sul campo. L'appuntato Capasso è stato carnefice della moglie e delle figlie, vittime al di là di ogni ragionevole dubbio, ma ciò non toglie che dietro ad ogni dramma familiare ci siano storie personali e caratteristiche psicologiche individuali cui la retorica del femminicidio va molto stretta.

Luigi ha ucciso Antonietta perché si è sentito finito e impotente di fronte alla paura di perdere non il mero potere ma i suoi affetti più cari. La violenza è l'arma degli impotenti che non sanno amare ed essere amati senza sofferenza. Capasso era probabilmente un narcisista, cui l'abbandono ha significato la profezia che si avvera: chi mi ama mi lascia perché io non valgo nulla e non sono degno di te. A trasformarlo in un assassino sono stati gli spettri dell'inferiorità, della dipendenza e di una solitudine senza amore. Dietro alla superficiale grandiosità di ogni narcisista si nasconde un bambino con un senso profondo di fragilità e inadeguatezza. Sentimenti che si sviluppano precocemente nel rapporto con genitori che non rispecchiano il bambino e non lo accudiscono adeguatamente, e che si superano raramente e con enorme difficoltà. Invece di reclamare utopisticamente un cambiamento culturale che ha tempi secolari e rischia di inasprire un muro contro muro tra uomini e donne, si dovrebbe spiegare ai genitori come un trauma relazionale precoce incida sui rapporti futuri dei figli e sulla loro capacità di amare senza distruggere.

Un bambino che non si percepisce amato, protetto e considerato dalla madre e dal padre diventerà un adulto terrorizzato dalla disconferma di sé e del proprio valore, incapace di gestire il dolore della perdita.

Fingerà forza ma sarà solo una maschera per la rabbia e la paura, quella che ha sterminato la povera Antonietta, Luigi e le loro bambine.

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