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La sinistra va nel gregge

Il governo M5s-Lega è appena nato e la strategia dem che lo avversa è dal primo giorno la stessa di sempre: urlare che l'altro è stupido, impreparato, omofobo, fascista e razzista a prescindere da quello che farà

La sinistra va nel gregge

Il governo M5s-Lega è appena nato e la strategia dem che lo avversa è dal primo giorno la stessa di sempre: urlare che l'altro è stupido, impreparato, omofobo, fascista e razzista a prescindere da quello che farà. Un esempio evidente è l'accusa di razzismo mossa a Salvini, unico, tra i leader nazionali, a esprimere solidarietà a Israele dopo l'annullamento del match contro l'Argentina, deciso in seguito agli avvertimenti in stile Isis dei palestinesi, contrari allo svolgimento della partita amichevole a Gerusalemme. La nazionale di Messi rinuncia all'incontro facendo una figura da codarda a livello planetario, ma lo fa giustificandosi con il timore per la sua sicurezza. I detrattori di Salvini, quelli per la pace senza se e senza ma, seduti sulle loro comode poltrone, di fronte alle minacce di morte e alle intimidazioni violente, alle magliette sporche di sangue non pronunciano una parola che sia coerente con la loro ideologia. La discriminazione di Israele, i richiami al boicottaggio dello Stato ebraico hanno un se e un ma anche se lo sport avrebbe il ruolo cruciale di avvicinare i popoli ed essere un'oasi di quella pace e quei diritti che reclamano a gran voce soltanto a parole. Il silenzio della sinistra e dei suoi elettori nella vicenda evidenzia la necessità di omologarsi a un modello culturale senza farsi domande. La persona non è se stessa ma sposa credenze, atteggiamenti e quindi assume una personalità che lo assimila al gruppo d'appartenenza senza conservare un minimo di distintività. L'assimilazione elimina qualsiasi differenza di pensiero tra gli individui, trasformati in una massa omogenea di pecore al pascolo, indistinguibili le une dalle altre.

Non stupisce la notizia che arriva dal congresso nazionale della Società italiana di nutrizione clinica: per ogni italiano che soffre di celiachia diagnosticata, una malattia per cui il glutine è nocivo all'organismo, ci sono almeno trenta persone che mangiano cibi privi di glutine senza averne necessità, e spendendo, rileva l'Associazione italiana Celiachia, 105 milioni di euro per comprare alimenti dietetici per l'errata convinzione che questa scelta sia salutare anche senza una reale necessità clinica.

Rinunciare a se stessi per omologarsi alla massa, astenersi dal soddisfare i propri desideri alimentari, abdicare le proprie convinzioni sulla giustizia o sulla moralità per diventare identici ad altri senza sapere il perché risponde a una necessità psicologica: non sentirsi soli in una società che finge di essere libera.

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