Politica internazionale

"Raccoglie fondi per i terroristi". L'amico di Dibba vicino a Hamas

Il report dei servizi israeliani sull'architetto Hannoun. Gli incontri con i 5 Stelle Di Stefano, Ascari e Di Battista

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Un viaggio nei Territori palestinesi. Solidarietà e aiuti per le popolazioni che vivono in condizioni drammatiche ma anche una contiguità con personaggi che si muovono nell'orbita dei gruppi estremistici che alimentano il terrorismo in Cisgiordania.

Ora, come rivela Repubblica, i riflettori si accendono su un professionista assai controverso, già oggetto di investigazioni nel passato, l'architetto Mohammad Hannoun, fondatore dell'Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese. Per lo Shin Bet, l'intelligence israeliana, i soldi che Hannoun raccoglie per scopi nobili vengono girati in realtà alle strutture militari di Hamas e per armare le cellule che anche in questi giorni di escalation bellica stano dando filo da torcere alla macchina militare israeliana. Di qui la richiesta di sequestrare un milione circa di euro, almeno per la metà depositati su conti italiani e per il resto un po' ovunque, dalla Germania agli Stati Uniti.

Mohammad Hannoun

Potrebbe essere una querelle che ci riguarda fino a un certo punto, ma le cose sono più complicate perché Hannoun e la sua organizzazione hanno buoni rapporti con i 5 Stelle, hanno portato in Palestina a gennaio Alessandro Di Battista e Stefania Ascari, deputata e capogruppo del Movimento in commissione antiterrorismo, e Hannoun è stato ricevuto a suo tempo anche dall'ex sottosegretario Manlio Di Stefano.

Si pone, come dire, un problema politico. Ma Ascari, raggiunta dal Giornale, respinge le critiche. A tutti i livelli. Anzitutto difende Hannoun: «Questa è la macchina del fango. Dove sono le condanne? Dove sono le sentenze?». C'è stata in verità un'inchiesta della procura di Genova, la città in cui Hannoun risiede, che non è approdata a nulla, anche per la scarsa propensione alla collaborazione delle autorità palestinesi. E ora c'è la richiesta di Gerusalemme di bloccare quel tesoretto, ma Ascari replica indignata a ogni considerazione e allarga il ragionamento: «Io sono stata con Di Battista e l'Associazione di Hannoun nei campi profughi e ho visto l'orrore: bambini che mangiano i rifiuti, famiglie che abitano in tende marce, disperazione assoluta».

Di Battista

Di più ancora: «Si parla tanto degli attacchi a Israele ma per me non esistono morti di serie A e di serie B e invece i 10, 11 palestinesi che sono morti in queste ore di scontri, compresi 3 bambini, non li commemora nessuno. Il nostro parlamento non spende una parola e tace, tace». La questione palestinese che si trascina da più di settant'anni torna a infiammare il Palazzo e a dividere. Non c'è solo l'Ucraina con le ambiguità e le torsioni pacifiste di Conte e, in misura minore, di Schlein. Anche l'atteggiamento nei confronti di Hamas e delle altre organizzazioni che spadroneggiano in Palestina, dove la voce di Abu Mazen è sempre più debole e isolata, suscita domande e distinguo non proprio accademici: il rischio è quello di legittimare la violenza più ideologica dell'islamismo fanatico che non è solo nemico di Israele ma di tutto l'Occidente e della democrazia. È quello che sottolinea la senatrice di FdI Ester Mieli: «Preoccupano le notizie di finanziamenti dell'associazione benefica di solidarietà ad Hamas. Una vicenda particolarmente grave perché Hamas è considerata un'organizzazione terroristica dall'Ue. Non si può essere europeisti a giorni alterni». Ma per Ascari il tema non c'è: «Come si fa a puntare il dito contro la leadership palestinese quando i palestinesi subiscono da sempre una repressione brutale?».

Per Ascari la mano sanguinaria di Hamas sono solo un dettaglio di questa immane tragedia.

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