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La raccolta firme dei pro Marino fa tremare Renzi

I manifestanti pro Marino si raccolgono davanti al Nazareno per criticare i vertici del Pd. Anche i vip romani con il sindaco. Che sta meditando di presentare una lista propria alle prossime amministrative

La raccolta firme dei pro Marino fa tremare Renzi

"Noi con Marino, voi col padrino". "Renzi nessuno t'ha votato, ridatece Marino". Sono solo alcuni slogan che una trentina di supporter dell'ormai ex sindaco di Roma hanno gridato davanti alla sede del Pd a Largo del Nazareno, dopo aver cantato persino "Bella ciao". Nel mirino dei sostenitori mariniani c'è principalmente lui, Matteo Renzi che "non è stato votato da nessuno, mentre Marino è stato eletto col 64% dei romani" e chiedono le sue dimissioni.

Poi, poco importa se, in realtà era il 64% dei votanti romani e che al ballotaggio di due anni fa andarono a votare in pochissimi. I pro Marino sono pronti a dar battaglia al Pd e a sostenere il loro leader se si presentasse alle elezioni. Parlano di complotto nei suoi confronti e si fanno forti delle quasi 50mila firme che hanno raccolto la loro petizione, sottoscritta anche da alcuni vip come Sabrina Ferilli e Alessandro Gassman, nella quale chiedono che Marino ci ripensi. "Si tratta di un complotto, cosa vuole che siano 20mila euro per il sindaco della Capitale quando ora si scopre che Renzi ne ha speso 600mila come presidente della provincia di Firenze?", è l'accusa degli elettori del Pd delusi dal premier, reo di aver buttato giù il loro sindaco e di aver fatto l'accordo con Verdini.

Tra di loro c'è anche un ex dirigente locale del Pci che orgogliosamente rivendica di non aver mai votato Pd e che ingaggia una diatriba con un'elettrice democratica. La signora, sebbene nella geografia del partito rientri nella minoranza, ritiene che questi sit-in danneggino il Pd. "Se si continua così rivince lui", dice riferendosi a Silvio Berlusconi. "E allora? Meglio Berlusconi di Renzi", gli risponde l'uomo. La tesi dei presenti è, infatti, che Renzi non sia di sinistra e, per loro, fare un patto con Verdini è come farlo con Berlusconi. Come dire, tra il vero Berlusconi e la sua brutta copia che attualmente sta a Palazzo Chigi per sfornare leggi come il job act, tanyo vale tornare all'originale.

Ora la minoranza sembra aver rialzato la testa in nome del capro espiatorio Marino.

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