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Raggi furiosa e isolata Pensa a un rutelliano per sostituire Berdini

L'assessore all'Urbanistica è al capolinea, Montini in pole position. È il cambio numero 8

Raggi furiosa e isolata Pensa a un rutelliano per sostituire Berdini

Madamina, il catalogo è questo: Ranieri, Minenna, De Dominicis, Ferrante, Muraro, Marra, Romeo e Frongia. Sono sette, tra dimessi, spostati, revocati e arrestati, l'elenco è lungo ma non è finito, infatti adesso sta per suonare l'ora di Paolo Berdini. Sarà lui, l'assessore all'Urbanistica, il più fiero oppositore del nuovo stadio della Roma, l'uomo che ha definito «inadeguata» e capo di «una corte dei miracoli» il suo sindaco, il prossimo a lasciare la giunta. Virginia Raggi, che raccontano furiosa, ha già dato via al casting insieme a Grillo e Casaleggio per trovare il sostituto, che forse sarà Emanuele Montini, e chiudere il caso il prima possibile. Ma siccome ogni giorno ha la sua pena, arriva pure lo sfogo di Paola Muraro, ex responsabile dell'Ambiente. «È una guerra tra bande. Non lavorano per Roma, prendono ordine dai vertici di M5S esterni al Campidoglio».

E Virginia traballa. Nervosimo, riunioni continue, consultazioni sull'asse Roma-Genova-Milano. Salvare il soldato Raggi, questa la mission impossible. Il sindaco voleva veder rotolare subito la testa di Berdini perché in effetti, dopo le parole dell'assessore alla Stampa, il rapporto fiduciario si è rotto e non appare più ricucibile. Ma Grillo e Casaleggio l'hanno convinta a temporeggiare: non si può lasciare la caselle vuota, serve prima un sostituto. Da qui le dimissioni respinte «con riserva», l'avvio del processo interno, che i grillini chiamano eufemisticamente «valutazione», a Berdini e la ricerca di un altro da mettere al suo posto. Il nome caldo sembra quello di Emanuele Montini, storico collaboratore dei Cinquestelle, vecchio rutelliano, attualmente capo staff dell'assessore alla Scuola Laura Baldassarre. È stato anche coordinatore nazionale di Italia Nostra, oltre che responsabile legislativo del gruppo M5S alla Camera. Allontanato, si racconta nei corridoi di Montecitorio, con l'accusa di avere la mano pesante e la penna rossa facile sulle interrogazioni dei deputati grillini. La Raggi lo ha ricevuto di prima mattina.

Berdini dunque è al capolinea? Andrea Mazzillo, assessore al Bilancio, invita alla prudenza: «La pubblicazione dell'audio del colloquio con il giornalista de La Stampa non cambia assolutamente nulla». E un gruppo di intellettuali scrive alla Raggi chiedendole di perdonare l'assessore. «Non per amicizia ma perché lo stimiamo profondamente quale urbanista competente, coraggioso, schierato da sempre a favore degli interessi generali contro la piaga della speculazione». Tra le firme, Asor Rosa, Pratesi, La Regina, Rossi Doria, Cervellati.

Eppure il destino di Paolo Berdini appare ormai segnato: non sembra un caso se un'audizione in commissione in programma stamattina sia stata annullata. Tra i consiglieri e gli assessori M5S ci sarebbero malumori troppo forti nei confronti dell'assessore, che viene considerato «un cane sciolto», uno che «non fa gioco di squadra». Molti hanno espresso al sindaco l'opportunità che lasci l'incarico «il prima possibile», per chiudere le polemiche e cercare di «ripartire». Ma tra inchieste giudiziarie, gaffe e abbandoni la strada della Raggi è sempre più in salita. «In questa giunta - ha raccontato la Muraro al Messaggero - manca la coerenza e mancano le risposte a chi ha votato M5S. Prima avevamo un programma considerato come un Vangelo, ora perseguono altri obbiettivi, non si capisce qual è il bene comune.

Sono delusa, oggi non voterei più per Virginia».

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