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Raggi tira il fiato (per poco) E c'è una nuova inchiesta sullo strano dossier di Marra

Il sindaco presto davanti ai pm. S'indaga pure sulla sua candidatura: l'ex braccio destro dietro la scelta

Raggi tira il fiato (per poco) E c'è una nuova inchiesta sullo strano dossier di Marra

Una rete di rapporti, una storia di tensioni tutte interne al M5S finite ora sul tavolo della procura della Repubblica. Che potrebbero raccontare una storia diversa dell'avventura capitolina di Virginia Raggi, ma anche e soprattutto del rapporto tra Raffaele Marra e la sindaca. Che presto dovrà andare davanti ai pm romani a dare la sua versione per difendersi dalle accuse di abuso d'ufficio e falso, relativamente alla nomina del fratello di Marra, Renato, a capo del dipartimento Turismo del Campidoglio. Una nomina che la Raggi rivendica come farina del proprio sacco, negando o minimizzando - anche all'Anac - ogni ruolo di Raffaele nella nomina del secondo Marra, in contrasto con le convinzioni del pm capitolini, che ritengono decisivo il peso del fratello nell'assegnazione di quell'incarico (e nel conseguente incremento di stipendio di circa 20mila euro annui).

Il faccia a faccia in procura, dopo il primo rinvio concesso su richiesta del legale della Raggi, potrebbe tenersi domani, 2 febbraio, o forse il 7, martedì prossimo. Di certo, in quella sede, il pm Paolo Ielo vorrà capire di più sulla genesi di quella nomina al centro del fascicolo. Soprattutto dopo aver esaminato la e-mail - citata ieri dal Fatto e agli atti dell'inchiesta - spedita a Marra dall'assessore allo Sviluppo economico, turismo e lavoro, Adriano Meloni, e inviata per conoscenza proprio alla sindaca Raggi. Un documento che rappresenta una bella grana per la prima cittadina, visto che nella missiva Meloni ringrazia proprio Raffaele Marra per la nomina di Renato, e lo fa «sotto gli occhi» della sindaca, a cui quella lettera arriva in copia conoscenza. Un punto che sembra insomma confortare le convinzioni del teorema della procura, e per confutare il quale la Raggi dovrà fornire una spiegazione convincente. Come pure alla sindaca toccherà chiarire anche i passaggi più imbarazzanti dell'ormai nota chat di gruppo attivata sull'applicazione di messaggistica Telegram dalla prima cittadina, «quattro amici al bar», chat che vedeva tra i partecipanti, oltre lei, gli allora vicesindaco, Daniele Frongia, e capo segreteria, Salvatore Romeo, oltre allo stesso Marra. Come è noto, in alcune conversazioni la Raggi si lamenta con Marra proprio per l'aumento di stipendio ottenuto dal fratello dopo la nomina, ed è Marra a giustificarlo rispondendo con riferimenti normativi e sostenendo che era stato tutto fatto secondo le previsioni di legge. E confermando, però, che un ruolo in quell'incarico lo avrebbe avuto eccome.

Nel frattempo, alcune indiscrezioni su un'altra indagine che riguarda la presunta faida interna al Movimento che avrebbe portato a «silurare» prima delle ultime elezioni l'ex candidato sindaco in pectore Marcello De Vito (conseguentemente spingendo la Raggi verso la poltrona da prima cittadina), sembrerebbero ipotizzare una possibile «alleanza» tra la sindaca e lo stesso Marra già prima delle urne. Il fascicolo, che in procura è stato aperto contro ignoti e senza ipotesi di reato, si basa su un esposto presentato dal senatore di Idea Andrea Augello, che aveva appreso dei presunti dossieraggi interni al M5S, risalenti al dicembre 2015, e che sarebbero serviti a screditare De Vito di fronte al resto del Movimento. La procura ha iniziato a mettere a verbale testimonianze. E dopo aver ascoltato Roberta Lombardi il 28 gennaio, è saltato fuori quello che Augello definisce «uno squallido regolamento di conti che alla vigilia delle comunali lacerò i Cinque Stelle». La deputata pentastellata ha detto di aver saputo, de relato, che a orchestrare le accuse contro De Vito ci sarebbe stato «anche Marra». Dunque l'uomo di fiducia della Raggi, quello che la sindaca ha difeso fino alla fine, mollandolo solo dopo l'arresto, stando ai rumors captati dalla Lombardi avrebbe avuto un ruolo già prima delle elezioni in una vicenda che potrebbe aver spinto definitivamente la Raggi verso il Campidoglio.

Un altro capitolo tutto da chiarire, un altro sintomo di spaccature e fazioni interne al movimento, l'ennesima magagna per l'amministrazione capitolina a Cinque Stelle.

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