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Raggi: via al voto online Così consegna Roma nelle mani di Casaleggio

La proposta: far governare i cittadini con un clic Un assist alla piattaforma Rousseau del guru

Raggi: via al voto online Così consegna Roma nelle mani di Casaleggio

La democrazia diretta a 5 stelle sbarca in Campidoglio. Con qualche dubbio su chi avrà le «chiavi» delle nuove piattaforme del Comune. La Casaleggio Associati, secondo il modello Rousseau, oppure altri? La sindaca Virginia Raggi, intanto, annuncia la «rivoluzione culturale» attraverso il blog di Beppe Grillo. Nel post firmato insieme ai consiglieri del Movimento Cinque Stelle a Roma, scrive: «Il Movimento Cinque Stelle ha presentato una proposta di delibera di modifica dello Statuto di Roma Capitale per introdurre nuovi strumenti di democrazia diretta: referendum propositivo, abrogativo e consultivo senza quorum, bilancio partecipativo, petizioni popolari elettroniche e consultazioni online. Passeremo dalla città di Mafia Capitale a Roma capitale della democrazia diretta e della trasparenza». Ma sul sito del Comune di Roma non compare nulla.

Alla conferenza stampa di presentazione del progetto c'erano l'assessora a «Roma Semplice» Flavia Marzano, Angelo Sturni, Presidente della Commissione Roma Capitale e il deputato Riccardo Fraccaro, assente Virginia Raggi. A esporre i punti della proposta di delibera firmata dai consiglieri del gruppo M5S è il «portavoce» a Montecitorio Fraccaro, di Montebelluna in Provincia di Treviso, ma impegnato a Roma come «controllore» dell'amministrazione Raggi. Petizioni popolari elettroniche, referendum senza quorum e Bilancio partecipativo sono le proposte chiave, perché «devono essere i cittadini e le comunità locali a governare le città attraverso internet, utilizzando l'intelligenza collettiva». Tutto somiglia alle visioni del guru Gianroberto Casaleggio e alla lettera dell'erede Davide pubblicata lunedì dal Corriere della Sera. Ma resta l'interrogativo su chi dovrà gestire questi strumenti di democrazia diretta. Il senatore grillino Nicola Morra risponde così: «Credo che il tutto sarà gestito dal Comune, anche noi in Parlamento avevamo fatto delle proposte simili ma non sono passate, quella dei consiglieri di Roma è un'iniziativa che dà concretezza alla nostra idea di democrazia diretta». Ma, in concreto, andrà fatta una gara? «Sì il Comune dovrà fare una gara per affidare il servizio, Rousseau e la Casaleggio non c'entrano».

Beppe Grillo ha rilanciato sul web l'iniziativa scrivendo: «Bravi ragazzi, Gianroberto sarebbe orgoglioso di voi», mentre la dem Debora Serracchiani ha sollevato perplessità: «La proposta di far entrare la piattaforma di proprietà dell'azienda privata di Casaleggio, all'interno del Comune di Roma, è pericolosa. Si configura una entrata a gamba tesa sulla democrazia e un conflitto di interessi pesantissimo sulle spalle dei romani». E il dem Stefano Esposito: «È un pesce d'aprile?».

L'assessora Marzano precisa, via blog: «Il sistema Rousseau non sarà integrato all'interno del portale di Roma Capitale, levate er vino alla Serracchiani».

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