Politica

La Rai arma la Littizzetto per boicottare i referendum

Da Fi, Lega e Iv un coro di proteste contro la comica che ridicolizza i quesiti per una giustizia efficace

La Rai arma la Littizzetto per boicottare i referendum

Luciana Littizzetto non impara mai la lezione e preferisce riversarsi addosso una valanga di polemiche toccando sempre temi delicatissimi e spinosi piuttosto che limitarsi di far ridere e basta. Se poi ad essere calpestati sono i sacrosanti diritti democratici dei cittadini ad esprimere il loro parere su temi, seppur difficili, come dice lei, ma che riguardano tutti, pure la Littizzetto, allora le reazioni contro si sprecano. Se in aggiunta il microfono dal quale lo fa è quello della tv pubblica allora si aprono scenari ancor più pruriginosi.

Durante l'ultima puntata stagionale di Che tempo che fa, la cabarettista torinese si è lasciata andare a un delicato intervento dedicato, in parte, all'appuntamento referendario del 12 giugno, con la comica che ha utilizzato il solito escamotage della letterina a deputati e senatori per lanciare i suoi anatemi. «Certo, il cittadino dovrebbe informarsi, ma se dovessimo informarci su tutte le leggi che vota il Parlamento, allora aboliamo il Parlamento e facciamo votare direttamente i cittadini. Due erano i referendum che ci stavano a cuore: eutanasia e droghe leggere. Invece no, dobbiamo dire la nostra su questioni specifiche di diritto».

Durissimo il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, ex ministro delle Comunicazioni: «In genere quando incrocio la Littizzetto cambio canale, direi che sia meglio che si occupi di stracci per la polvere che sono più alla sua portata invece che di certi temi. Quando anche lei avrà qualche guaio giudiziario capirà quanto siano importanti questi referendum per porre fine alla politicizzazione della magistratura».

Ma lei nel suo monologo legge: «Custodia cautelare, legge Severino, ancora ancora, ma elezione Csm, separazione delle carriere, elezione consigli giudiziari ma che cacchio ne so? Ma per chi ci avete preso? Per 60 milioni di Giuliani Amati? Siamo forse dei Perry Mason?».

Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli non la prende bene: «Ogni volta che sento queste cose qui mi va il sangue alla testa. L'abbonamento Rai che serve per pagare lo stipendio alla Littizzetto e a Fazio non mi va giù. In un momento nel quale nessuno parla dei referendum loro non trovano di meglio da fare che disincentivare alla partecipazione al voto. Dalla Littizzetto e Fazio non mi aspetto niente di diverso ma devono capire che questo tema riguarda tutti, ed essere arrestati di notte senza sapere il perché può succedere anche alla Littizzetto e Fazio, poi magari non scherzerebbero più su questi temi. L'articolo 21 della Costituzione garantisce il diritto all'informazione ma se utilizzi un palco pagato coi soldi dei cittadini a favore del sì o del no o per non andare a votare, per me è un reato».

Continua Lucianina: «Votare è bellissimo, però vi dico la verità: il 12 giugno pensavo di andare al mare. Invece ci chiedete di pronunciarci sul referendum, non uno, ma cinque». Il deputato di Forza Italia Andrea Ruggeri, che fa parte della Commissione di vigilanza parlamentare Rai, è furioso: «Se per la Littizzetto è indifferente che ogni 8 ore, tutti i giorni, un italiano vada ingiustamente in carcere, per poi essere assolto, e spesso chi commette l'errore non paga mai ma spesso viene promosso ne prendiamo atto. Forse non tutto si merita una risata. La Costituzione ci dice che andare a votare è un dovere. Mi auguro per lei che non debba mai finire ingiustamente in carcere; questa è una cosa di cui non si può ridere. Ora però aspettiamo anche la letterina sui magistrati e sulle loro carriere a discapito delle persone. Deve capire che ci sono cose che meritano più rispetto e meno risate».

Il professor Riccardo Puglisi, molto sensibile a questi temi, avverte una «certa sensazione di andare avanti imperterriti in un certo comportamento nascondendosi dietro il mantello della comicità. Ma facendo così si passano dei messaggi politici in cui buffamente si è aggressivi con termini comici su temi rilevanti come il referendum».

Infine, il deputato di Italia viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi si domanda. «È buona informazione da servizio pubblico? Che ne pensa l'Agcom che a pochi giorni dal voto fa solo richiami generici?». Per dovere di cronaca, sul finale la Littizzetto ha, nonostante quanto detto, spinto gli italiani a recarsi alle urne «anche se ci saranno 40 gradi all'ombra».

Il suo sport preferito: tirare il sasso e nascondere la mano.

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