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Rai, Foa non molla: "Resto qui". E scoppia il caso del figlio

Il giornalista: aspetto indicazioni. Il Pd: il primogenito lavora al Viminale. Ma Salvini: "Nessun imbarazzo"

Rai, Foa non molla: "Resto qui". E scoppia il caso del figlio

Sulla Rai siamo in pieno «stallo alla messicana». Marcello Foa resta dov'è ma formalmente solo come consigliere del Cda, Salvini non indietreggia sul suo nome come presidente Rai («Il mio nome resta Foa»), Di Maio invece vorrebbe il passo indietro ma non può rompere con la Lega, mentre l'opposizione punta ad eleggere un'altra persona ma non ha i numeri per farlo. La confusione nasce anche dalla legge sulla Rai, poco chiara sul da farsi in una situazione del genere. Perché il consiglio di amministrazione della Rai ha votato, in maggioranza, Foa come presidente, ma poi la Vigilanza ha bocciato la nomina, e la legge nulla dice su cosa si debba fare in questa situazione. Lo Statuto Rai, poi, prevede che in «assenza, impedimento o vacanza di carica» del presidente, sia il consigliere anziano ad esercitarne funzioni e poteri, e questa è la strada che intende perseguire Salvini per fare di Foa il presidente de facto. Una forzatura estrema, secondo l'opposizione, che renderebbe nulli gli atti del Cda (come minacciano già Fnsi e Usigrai) e suscettibili di contestazioni erariali i consiglieri. E dunque? Nell'incertezza, Foa attende lumi dall'azionista, il ministro del Tesoro: «Ho informato i miei colleghi del Consiglio di Amministrazione che sono ancora in attesa di indicazioni dell'Azionista e che nel frattempo continuerò, nel pieno rispetto di leggi e regolamenti, a coordinare i lavori del Cda come consigliere anziano, nell'esclusivo interesse del buon funzionamento della Rai». E più tardi in un video sui social Foa spiega che «non cederò mai alle provocazioni e attenderò con molta serenità e molta fiducia che l'azionista mi dica che cosa sia opportuno fare».

Lo stallo però viene agitato dalla notizia che Leonardo Foa, figlio di Marcello, fa parte del team di comunicazione del ministro dell'Interno. «Salvini è il solito nepotista» attacca il Pd, che sulla Rai chiede un intervento dei presidenti delle Camere. «Nessun imbarazzo», replica Salvini. «Non c'è conflitto d'interesse», taglia corto il grillino Villarosa.

Dopo essersi brillantemente laureato 21enne alla Bocconi, ha fatto un master all'Ecole de menagement di Grenoble, prima di essere preso «per uno stage nell'ambito di un progetto di tesi in cui ha studiato la comunicazione social di Salvini», fanno sapere fonti vicine al Viminale, che specificano anche che parla tre lingue. Da quanto si apprende, ha iniziato a collaborare con lo staff del vicepremier, prima come social media analyst alla «SistemaIntranet.com», ovvero la società che fa capo a Luca Morisi, il re della comunicazione salviniana sui social e ad Andrea Paganella, che del ministro è segretario particolare. Insomma, il figlio di Marcello, giovanissimo, visto che ha 24 anni, si è fatto prima le ossa sul campo e, quindi, è entrato in maniera seria nel mondo del lavoro. In una foto dell'ultimo viaggio in Libia di Matteo Salvini si nota chiaramente anche il giovane in procinto di partire sul C-130 dell'Aeronautica militare, alla volta di Tripoli, con vicepremier e Paganella. Segno che è inserito a pieno titolo nello staff del titolare del Viminale e che percepisce un regolare stipendio, come confermano fonti vicine al Carroccio. Leonardo, a giudicare dai post del padre, che è anche lui molto social e attivo sui profili Facebook e Instagram, è l'orgoglio di famiglia. Marcello Foa, in occasione della sua laurea, nel 2015, postò una foto: «Festa in casa Foa: nostro figlio Leonardo si è laureato in economia a 21 anni. Urrah».

E tre anni dopo ha già un incarico al Viminale.

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