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Rai, spiragli azzurri su Foa ma il Pd si mette di traverso

Barachini (Fi) rinvia a mercoledì il voto sul presidente Decisivo l'atteso incontro tra Berlusconi e Salvini

Rai, spiragli azzurri su Foa ma il Pd si mette di traverso

Sbloccare lo stallo sulla Rai con un nuovo voto del Cda su Marcello Foa presidente. Lo chiede con una risoluzione il governo e Forza Italia stavolta sembra disponibile, come Fdi, mentre Pd e Leu rimangono contrari ad una «forzatura», che sarebbe dimostrata dai loro pareri legali.

Ieri il presidente della commissione di Vigilanza Rai, l'azzurro Alberto Barachini, ha rinviato al 19 settembre il voto sul documento presentato da Paolo Tiramani (Lega) e Gianluigi Paragone (M5s), per riavviare il processo da dove era cominciato: i consiglieri d'amministrazione di Viale Mazzini dovranno scegliere il presidente tra di loro, «nessuno escluso», per sottoporre alla bicamerale il nome che dovrà ottenere la maggioranza qualificata. Motivi tecnici, visto che la seduta della bicamerale era dedicata al via libera sul regolamento sulla par condicio per le elezioni di Trento e Bolzano, imponevano di fissare un'altra data.

Il rinvio consente comunque a Fi di aspettare l'incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, perché l'accordo di massima sulla Rai rientri in una trattativa più ampia che comprenda il futuro del centrodestra, a cominciare dalle candidature alle regionali per passare a nomine come il vicepresidente del Csm. I due leader dovevano incontrarsi ieri pomeriggio a Roma, dove il Cavaliere sarebbe sceso anche per partecipare alla prima riunione della commissione che deve preparare i congressi azzurri, presieduta dal numero due di Fi, Antonio Tajani. Poi, per altri impegni, l'incontro è slittato, Berlusconi è rimasto ad Arcore e il colloquio potrebbe essere domenica.

Sulla ricandidatura di Foa è guerra di pareri legali. I due chiesti e acquisiti ad agosto scorso e allegati alla lettera della Vigilanza al Cda della Rai, per Barachini non escluderebbero la possibilità di scegliere una seconda volta il giornalista come presidente, ma solo la possibilità di fare prima delle nomine. Il Pd, invece, ha consegnato il parere negativo dell'avvocato Andrea Del Re, per il quale il doppio voto sarebbe «contrario ai principi di imparzialità e buona amministrazione», e minaccia battaglia legale.

Ma se, con quelli della maggioranza, ci saranno i voti di Fi, Foa avrà il via libera. «Il Pd ha scritto una legge e l'ha votata, il principio secondo cui un presidente già votato non possa essere riproposto non compare da nessuna parte», sottolinea il 5S Paragone. Stessa tesi del leghista Capitanio, che spiega di aver consultato il Centro Studi della Camera.

Tra gli azzurri ci sono posizioni diverse, si sa che i primi consiglieri di Berlusconi, dal vicepresidente Tajani a Letta e Ghedini, erano contrari all'accordo, ma ora la partita in gioco è più ampia e Salvini è in una posizione di forza. Secondo YouTrend per Agi, la Lega al 31% si conferma primo partito con il M5S al 28,9% e trascina il centrodestra al 44,3%, con Fi oltre il 9,2% e Fdi al 3,5%. È addirittura nata una «corrente» tra gli azzurri che si chiama «Forza Salvini» e chiede a Berlusconi di dare l'ok a Foa. Alla prospettiva del partito unico si oppongono i vertici, Berlusconi e Tajani in testa, ma una parte degli azzurri è tentata. Dopo la riunione della commissione per i congressi che devono rilanciare Fi, Mara Carfagna, che ne fa parte, ripete: «Non facciamo i maggiordomi in casa d'altri».

E la capogruppo alla Camera Gelmini: «Credo che né Salvini né Berlusconi vogliano il partito unico, così si riduce l'offerta politica».

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