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Raid russi al cuore del Califfato. Ma Obama: Putin è disastroso

Colpita Raqqa, gli estremisti costretti a cancellare la preghiera del venerdì. Gli Usa: non combattono l'Isis ma aiutano Assad

Raid russi al cuore del Califfato. Ma Obama: Putin è disastroso

I raid russi in Siria continuano e la campagna aerea durerà 3-4 mesi. In risposta la costola siriana di Al Qaida non solo ha messo una taglia su ogni soldato di Mosca che verrà catturato. Il predicatore in armi, sceicco Abdallah al Muhaysini, del fronte Al Nusra, ha minacciato che per Mosca sarà un nuovo Afghanistan. E come se non bastasse ieri sera sono arrivate anche le dichiarazioni choc di Obama: «Putin è andato in Siria perché il suo amico Assad è debole. Non gli bastava più dare soldi. Ha dovuto mandare uomini. Solo Iran e Russia sono con Assad. Tutto il resto del mondo è con noi». E poi: «Con Putin abbiamo parlato della necessità di una

transizione politica in Siria. Ma sono stato chiaro: non si può riabilitare Assad. La visione del presidente russo è un disastro».

La chiesa ortodossa russa, al contrario, ha benedetto l'intervento. «La lotta al terrorismo. Secondo Vsevolod Chaplin, portavoce del patriarcato di Mosca - è una lotta morale, se volete, una lotta sacra». Nelle ultime 24 ore i caccia russi hanno lanciato almeno 18 sortite contro 12 obiettivi delle formazioni estremiste anti Assad. Secondo il portavoce della Difesa di Mosca, generale Igor Konashenkov, sono stati distrutti bunker, depositi di armi e carburanti, un campo di addestramento dello Stato islamico, un posto di comando e un nodo di comunicazione. I caccia bombardieri Sukhoi decollano dall'aeroporto militare di Hamimin per colpire bersagli individuati dai satelliti e dai droni nelle zone di Idlib, Aleppo e Hama, dove si trovano le roccaforti di Al Nusra. Secondo al Jazera sarebbe stata attaccata anche l'area di Qaryatain, la città siriana conquistata dalle bandiere nere, dove sono in ostaggio decine di cristiani compreso padre Jaques Murad. A Raqqa, «capitale» del Califfato del Califfo in Siria i raid avrebbero ucciso 12 jihadisti secondo l'Osservatorio per i diritti umani. L'Isis ha cancellato la preghiera del venerdì a Raqqa, nel timore di raid dei jet russi. L'organizzazione dei diritti umani ha denunciato anche la morte di 7 civili sotto le bombe russe. Mosca respinge la accuse. «Vorrei sottolineare che le provocazioni informative sono state prefabbricate e rimpasticciate sbrigativamente prima ancora dell'inizio delle operazioni» ha dichiarato il generale Konashenkov. Nella guerra dell'informazione arriva la smentita del Pentagono sui raid russi contro i ribelli siriani addestrati dalla Cia. Militari di Mosca e americani si sono parlati in videoconferenza. Washington ha ribadito che gli obiettivi da colpire devono essere quelli dello Stato islamico e non le formazioni filo occidentali che combattono contro Damasco. La Turchia e gli alleati della coalizione contro le bandiere nere hanno espresso «profonda preoccupazione per gli attacchi aerei di Mosca, ulteriore escalation del conflitto».

Il ministro degli Esteri, Sergeij Lavrov, ha ribadito che i raid «in Siria hanno come obiettivo non soltanto lo Stato Islamico, ma anche le forze qaediste come il Fronte al Nusra e altri gruppi terroristici». Abu Hussein al Kuwaiti, uno dei capi della costola siriana di Al Qaida, ha messo una taglia di 1 milione di lire locali sulla testa di qualsiasi soldato russo catturato. Una cifra importante da quelle parti, ma che ammonta a soli 4700 euro. In un video diffuso in rete il predicatore saudita Abdallah al Muhaysini, che combatte nei ranghi di Al Nusra, ha evocato lo spettro afghano. «La Siria sarà la tomba degli invasori - ha annunciato - Parlo al popolo russo: Vi siete dimenticati della palude afghana?». Negli anni ottanta l'Armata rossa ha perso almeno 40mila uomini nell'invasione dell'Afghanistan per poi ritirarsi dopo un decennio di guerra contro i mujaheddin. Al contrario il capo della Chiesa ortodossa di Mosca, Kirill, sostiene che «la Federazione russa ha preso una decisione responsabile sull'uso delle forze armate per proteggere il popolo siriano dagli abusi dei terroristi». A Parigi il vertice fra Germania, Russia, Francia e Ucraina sulla crisi del Donbass è stato surclassato dalla Siria. Il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato prima il capo di stato Francese Francois Hollande e poi la cancelliera tedesca Angela Merkel. Parigi e Mosca hanno cercato un riavvicinamento sulla Siria. Da Berlino il vice cancelliere e ministro dell'Economia tedesco, Sigmar Gabriel, si è detto convinto che «l'Europa avrà bisogno della Russia e non solo in Siria».

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