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Rapisce il figlio di due mesi. Il bimbo grave in ospedale lui sotto torchio in caserma

Padre di 21 anni picchia la moglie e fugge col piccolo. Rintracciati. Il neonato ha un ematoma

Rapisce il figlio di due mesi. Il bimbo grave in ospedale lui sotto torchio in caserma

Quel bambino nato due mesi e mezzo fa lui quasi non l'aveva mai visto, malgrado fosse suo figlio, e così ha deciso che dovesse essere anche suo. Ha scelto di prenderselo anche senza sapere cosa farsene. Così lo ha strappato con tutto il passeggino alla madre dopo averla picchiata, e lo ha imbarcato in un'avventura più grande di tutti e due, che ha tenuto un'intera area dell'hinterland a Nord di Roma, con il fiato sospeso, prima del ritrovamento del papà e del piccolo in un grande centro commerciale alla periferia Nord della capitale.

Gianluca Caucci ha ventuno anni e la faccia strafottente da figlio discolo e non da padre. Ha la carnagione scura da mezzosangue e infatti lo chiamano «er Negro» e a lui sta bene, anzi il suo profilo facebook è «Hell Negro». Hell, per chi non lo sa, in inglese significa inferno. Ha il corpo magro pieno di tatuaggi, un ciuffo nero in testa, un pizzetto da cattivo dei film, la sigaretta in tralice in bocca, ama scattarsi selfie con il ghigno del duro, di quelli però con il cuore tenero. Ha o forse aveva una compagna bionda e bella come un angelo imbronciato e giovane come lui, che viene da Alytus, in Lituania, e che è arrivata in Italia per lavorare come modella e hostess ed è finita a vivere a Mentana, nella provincia romana sfatta e senza gloria. Si chiama Rimante e ha un cognome italiano.

I due si amavano di un amore da fotoromanzo di periferia, di quelli in cui l'uomo «deve fa' l'omo» e la donna stare al suo posto. Due ragazzini che vedono improvvisamente un amore da selfie trasformato in una cosa maledettamente vera. Lei, all'inizio del 2016, rimane incinta. Inizialmente è una festa, una gioia. Poi qualcosa si rompe, quando a dicembre nasce Chris i due si sono già lasciati, chissà cosa smuove la genotorialità in due ragazzi che dalla favoletta passano alla cronaca. Gianluca quel bambino di fatto non lo vede mai, anche se il 17 gennaio posta un selfie di Rimante e Chris con il commento: «amori miei».

E venerdì sera chissà cosa scatta nella testa del «Negro». Incontra Rimante in viale Mazzini a Monterotondo, i due litigano probabilmente per quel bambino che lei proprio non vuol fargli vedere, lui le dà un pugno e le strappa il passeggino e scappa via a piedi. Iniziano ore di ansia. Nessuno sa che cosa ha in mente Gianluca, lui è un tipo impulsivo, che ogni tanto va per le spicce, è un diro no?, probabilmente si è già pentito di quella bravata da «omo» che deve farsi rispettare, il bambino dorme, poi piange, poi dorme ancora, poi si sveglia e ha fame. E lui davvero non sa che fare, mica è un bambolotto vinto al tirassegno per fare il gradasso con gli amici, quello. La notte è un buco nero di paura e tenerezza, la mattina di ieri Gianluca porta il figlio in passeggino al centro commerciale Porta di Roma, dove forse chiede consiglio a qualcuno su cosa acquistare per togliere la fame a quel fagotto con il suo stesso ciuffo che piange disperato perché l'ora della poppata è passata da un pezzo. Li riconoscono presto, le forze dell'ordine hanno diramato un identikit, il tam tam sui social ha messo in allerta tutti coloro che conoscono Gianluca e Rimante, lui indossa ancora la felpa a scacchi bianchi e neri che aveva la sera prima e la marca del passeggino blu è inconfondibile. La mamma viene chiamata in fretta e furia a riprendersi il figlio. Nota sulla testa del piccolo uno strano ematoma. Il bimbo viene ricoverato in prognosi riservata.

Gianluca viene messo sotto torchio dai carabinieri: deve spiegare quello strano ematoma sulla testa del figlio.

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