Politica

Ratisbona choc: 547 abusati nel coro

Violenza e pedofilia tra il '45 e il '93. Per 30 anni il direttore è stato Georg Ratzinger

Serena Sartini

Un rapporto di 444 pagine e torna l'incubo pedofilia nella diocesi di Ratisbona. Almeno 547 bambini del celebre coro di voci bianche della cattedrale della cittadina bavarese avrebbero subito maltrattamenti e abusi, in un periodo compreso tra il 1945 e l'inizio degli anni Novanta. I dati sconcertanti emergono dal rapporto stilato dall'avvocato Ulrich Weber, pubblicato ieri su media tedeschi, secondo cui 500 ragazzi avrebbero subito maltrattamenti fisici e 67 sarebbero stati oggetto di aggressioni sessuali e abusi. Weber è stato incaricato dalla Chiesa di fare luce sulla vicenda già emersa nel 2010, che però riguardava 231 bambini.

Ora i casi sarebbero più che raddoppiati, secondo il rapporto dell'avvocato tedesco.

L'indagine ha permesso di identificare 49 responsabili, che tuttavia non saranno perseguiti perché la maggior parte dei casi è ormai prescritta.

Il coro del duomo di Ratisbona (Regensburger Domspatzen, i cosiddetti «Passeri del Duomo») è tra i più antichi del mondo ed è stato diretto per circa 30 anni, dal 1964 al 1994, da monsignor Georg Ratzinger, fratello del Papa emerito Benedetto XVI. Nel 2010 il fratello maggiore del Pontefice tedesco si scusò con le vittime, affermando tuttavia di non essere stato a conoscenza dell'eccesso di violenza, ma ammettendo di aver dato qualche schiaffo e qualche «tirata di orecchio» ai ragazzi negli anni Settanta.

Nello stesso anno, l'allora vescovo di Ratisbona (e fino allo scorso primo luglio prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede), il tedesco Gerhard Ludwig Müller, ammise che ci furono episodi di abusi nel coro, ma i fatti «non coincidono con il periodo dell'incarico del maestro professor Ratzinger», aveva spiegato.

Secondo il rapporto, per decenni il coro avrebbe vissuto in un «sistema di paura». I maltrattamenti indicati dalle vittime riguardano privazione di cibo, percosse e abusi sessuali. «Le vittime si legge nel documento hanno descritto i loro anni di scuola come una prigione, come l'inferno e come un campo di concentramento. Molti si ricordano di quegli anni come il periodo peggiore della loro vita, caratterizzato da paura e violenza».

Dopo le denunce degli scorsi anni, la diocesi ha deciso di cooperare e ha chiesto all'avvocato Weber di fare piena luce sullo scandalo. Ora dovrà pagare un risarcimento di almeno 20mila euro a ciascuna vittima.

Nel 2010 mons. Georg Ratzinger, oggi 93enne, in una intervista al quotidiano conservatore bavarese Passauer Neue Presse precisò: «Se fossi stato a conoscenza dell'eccesso di violenza utilizzato, avrei fatto qualcosa. Mi scuso con le vittime». E aggiunse che alcuni ragazzi gli avevano raccontato certi strani episodi che avvenivano nella scuola di preparazione, ma che tuttavia non lo avevano indotto «a pensare di dover intervenire in qualche modo». Tuttavia, per il legale, il fratello del Papa emerito sapeva. «Chiuse gli occhi e non prese misure a riguardo», ha detto ieri. «Il contenuto del rapporto è particolarmente duro», ha aggiunto Weber.

Nel rapporto emerge poi un altro nome. Quello di Johann Meier, direttore della scuola adiacente al coro (del cui consiglio di sovrintendenza era membro anche Ratzinger) tra il 1953 e il 1992, morto poco dopo il pensionamento in circostanze misteriose. Dall'indagine emerge che sia lui il principale responsabile delle molestie.

Alcuni testimoni riferiscono dell'abitudine di Meier di portare due o tre bambini nella sua stanza per offrirgli dell'alcool e poi punirli, per trarne piacere sessuale.

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