Politica

Il reddito di cittadinanza? I grillini l'hanno preso in Aula

Molti prima di essere eletti dichiaravano zero o poche centinaia di euro. Per loro il "boom" c'è stato davvero

Il reddito di cittadinanza? I grillini l'hanno preso in Aula

Se non avessero vinto il biglietto della lotteria per entrare in Parlamento, ora sarebbero in fila al Caf per riscuotere il reddito di cittadinanza. In fondo sono coerenti: in quanto grillini sarebbero beneficiari del provvedimento simbolo appunto dei grillini. Ma gli è andata di lusso, e in un colpo solo sono passati da poche centinaia (a volte meno, decine) di euro di reddito annuo, a 100mila euro più benefit vari. Un aumento netto del 1000% e anche oltre, mica male. Se si scorrono le dichiarazioni patrimoniali di senatori e deputati M5s non è facile trovare persone con redditi anche soltanto nella media nazionale (tolti ovviamente quelli alla seconda legislatura, che quindi nel 2017 già incassavano il generoso stipendio parlamentare, a partire da Di Maio, Fico e Di Battista, anche loro con redditi ridicoli o addirittura a zero prima di essere eletti).

L'unico che ci ha smenato è Gianluigi Paragone, che nel 2017 da La7 prendeva 395mila euro l'anno, e ora deve accontentarsi (si fa per dire) dello stipendio da senatore M5s. Molti altri Cinque Stelle invece sono, anzi erano, sotto la soglia di povertà. Anche professionisti, avvocati, medici, o sedicenti «manager» o «imprenditori», ma con redditi da fame, specie quelli eletti al Sud. Qualche esempio. In commissione Giustizia alla Camera siede la grillina Valentina Palmisano, 35 anni, di Ostuni. È lì per competenza, in quanto avvocato. Ecco, ma da avvocato quante parcelle staccava prima di conquistare l'assegnone da deputata? La bellezza di 63 euro in un anno, pari ad un reddito mensile di 5,25 euro. La collega grillina del Senato, Grazia D'Angelo, 43 anni, pure lei avvocato ma a Messina, fa anche di meglio: nel 2018 ha esibito un reddito di 27 euro, sui 2 euro al mese. Poi c'è l'onorevole Flora Frate, napoletana classe '83, di professione «Insegnante di scuola secondaria superiore»: reddito totale 245,22 euro. Anche per lei il reddito di cittadinanza di 780 euro al mese sarebbe un bel salto di qualità, se non avessero provveduto nel frattempo Di Maio e Casaleggio a farle avere una bella busta paga da deputata. Meno male che c'è stato il M5s anche per Eugenio Saitta, reddito zero prima di essere eletto, come anche per la senatrice Antonella Campagna, zero redditi e a carico del coniuge, per Gisella Naturale, casalinga, 1100 euro in un anno prima di approdare al Senato, per Sabrina Ricciardi, avvocato specialista in diritto di famiglia, 4.069 euro in un anno, sotto la soglia di povertà Istat, come pure l'onorevole Angela Salafia, che con «Abilitazione alla professione di avvocato e Collaboratore di cattedra in diritto commerciale» nel 2017 aveva rimediato un reddito complessivo di soli 1.420 euro. E che dire di Raffaele Trano, 40 anni, di Gaeta? Nonostante faccia il commercialista guadagna (anzi, guadagnava) soltanto 5.485 euro in un anno.

Ma sono tanti i parlamentari grillini che se la passavano davvero male prima di vincere lo stipendio parlamentare. La cosentina Anna Laura Orrico, 38 anni, «Imprenditore nel settore dell'innovazione digitale e sociale», nel quadro Rn della dichiarazione dei redditi 2018 ha scritto 1.431 euro. Appena sufficienti per mettere la benzina alla sua Renault Clio. La cinquantenne Margherita Corrado, archeologa di Crotone ora senatrice Cinque Stelle, con l'archeologia non portava a casa più di 4381 euro in un anno, pari a circa 360 euro al mese. Anche per lei un reddito da bussare alla Caritas. O meglio ancora, al M5s. Così pure per l'onorevole Andrea Giarrizzo, professione dichiarata «Appassionato di innovazione sociale ed imprenditorialità giovanile», con redditi nel 2017 per complessivi 1800 euro. E poi molti altri passati da stipendi miseri a 100mila e passa euro.

Il boom economico promesso da Di Maio, almeno per i loro 730, c'è stato eccome.

Commenti