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Il reddito M5s? Solo 40 euro. I cittadini scoprono il bluff

Rabbia in rete dopo le prime comunicazioni dell'Inps. E il 70% cancellerebbe il sussidio per avere meno tasse

Il reddito M5s? Solo 40 euro. I cittadini scoprono il bluff

«Ma scusi 60 euro? È uno scherzo?». «Cioè 40 euro di importo? Ci deve essere un errore, si sono sbagliati». Invece no, «è possibile, il calcolo è automatico sulla base dei dati da lei presentati», li gela l'Inps. Nel day after del via libera alle domande per il reddito di cittadinanza, si scatena la rivolta. La protesta monta mano a mano che arrivano le prime comunicazioni dall'Inps con l'accoglimento delle richieste e con le cifre che saranno caricate sulle carte dalla fine di aprile. C'è chi denuncia importi bassissimi, in alcuni casi poche decine di euro al mese, a fronte di quei 780 immaginati, attesi, sperati. La cifra che era stata sbandierata in campagna elettorale in molti casi non coincide con quanto sarà erogato ai 487.677 beneficiari accettati su 800mila richiedenti.

La gioia per la conferma del sussidio lascia spazio alla rabbia quando molti scoprono sul sito dell'Inps gli importi loro assegnati. Il dramma va in scena sulla pagina Facebook dell'Istituto di previdenza, invasa da migliaia di utenti in cerca di spiegazioni: «40 euro? Vergogna. Ragazza madre di due figli, disoccupata, questo è l'aiuto che date?». E ancora: «Bella presa in giro. Ci compro sei pacchi di pannolini in più». C'è anche chi confida che si tratti di un errore. Ma rischia di rimanere doppiamente deluso: a meno di eccezioni o di sviste materiali dell'istituto, l'importo per il reddito viene elaborato al netto dei sussidi già percepiti e tenendo conto dell'Isee (sotto i 9.360 euro), del patrimonio immobiliare, del reddito dell'intero nucleo familiare. Eppure, segnala all'Inps Claudio, «non percepisco niente da nessuna prestazione, a due adulti e due minorenni anziché erogare 1.180 euro sono arrivati 234 euro. Spero almeno di essere contattato per un buon lavoro dopo questa truffa. Il furbetto è Di Maio».

Tra le lamentale si paventa anche una guerra tra disoccupati, ovvero tra quelli col reddito e quelli senza. Scrive Mariano: «Oggi mi hanno chiamato per un colloquio di lavoro, la prima cosa che mi è stata chiesta è: lei percepisce il reddito di cittadinanza? Io ho risposto che la domanda è stata rigettata. E lui: capisco ma a noi servono persone che lo percepiscono. Vi rendete conto? Prima era difficile ora sarà impossibile trovare lavoro. Qui succederà un casino». Daniele, a cui è stata a sua volta rifiutata la domanda, fa notare: «Non avete pensato che adesso a chi viene rigettata la richiesta troverà ancora meno lavoro perché a parità di conoscenze tra due disoccupati il titolare sceglierà chi ha il reddito per avere gli sgravi fiscali?». La legge prevede infatti che le aziende che assumono un beneficiario nei primi 18 mesi di sussidio ottengano un esonero contributivo pari alla differenza tra i 18 mesi e i mesi già fruiti.

Intanto i Caf prevedono un calo di domande. A fine marzo, segnalano, erano state 585mila. Ad aprile ne sono state invece elaborate 60mila: «I dati sono al di sotto delle stime del governo. Non crediamo che si arriverà a un milione e 300mila di famiglie beneficiate».

E sembra essere calata anche la fiducia degli italiani nella misura: secondo un sondaggio Emg Acqua per Agorà, la maggior parte, il 70%, rinuncerebbe al reddito di cittadinanza in cambio di un abbassamento delle tasse.

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