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Referendum sul maggioritario, arriva il sì anche del Piemonte. Salvini esulta

Dopo l'ok di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Sardegna arriva anche quello del Piemonte per il referendum sul maggioritario

Referendum sul maggioritario, arriva il sì anche del Piemonte. Salvini esulta

Dopo tre giorni di discussione, con due sedute serali, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato con 31 sì della maggioranza - la minoranza ha abbandonato l'Aula e non ha preso parte al voto in segno di protesta contro la decisione di contingentare i tempi - la deliberazione che richiede il referendum abrogativo sulla quota proporzionale della legge elettorale nazionale.

Degli otto ordini del giorno collegati, l'Assemblea ha approvato quello presentato dal primo firmatario Paolo Ruzzola (FI) e respinto quelli proposti rispettivamente dai primi firmatari Domenico Ravetti (Pd) e Marco Grimaldi (Luv). Il presidente del Gruppo Lega Salvini Piemonte in Consiglio regionale, Alberto Preioni, esprime così tutta la soddisfazione e l'orgoglio del Gruppo della Lega per questo traguardo: "Anche il Piemonte ha detto sì alla proposta di legge presentata dalla Lega e già approvata da Veneto, Sardegna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, la quinta regione che mancava per indire la consultazione popolare. Affinchè il referendum abrogativo si tenga nel 2020 è necessario che le cinque regioni consegnino la richiesta alla Corte Costituzionale entro il 30 settembre. Siamo orgogliosi di questo risultato, il Piemonte sarà una delle cinque regioni che come previsto dalla Costituzione potranno chiedere il referendum abrogativo".

E da Genova, dal palco della Zena, Matteo Salvini commenta entusiasta il risultato: "Chi vince governa, chi perde non rompe le palle. Ma tanto proveranno a fermare questo referendum ma noi li inonderemo di firme. Sono contento perchè mi è arrivato il messaggio del governatore del Piemonte che è stato approvato dal suo Consiglio regionale il quesito, quindi è ufficiale: in primavera c'è il referendum sulla legge elettorale". L'obiettivo, ha ribadito l'ex ministro dell'Interno, è tornare al voto con una legge elettorale nuova, perché "questo è governo è figlio del tradimento e della vergogna, alla faccia del popolo italiano". Per il via libera al quesito, dovevano votare - entro il 30 settembre - almeno 5 Consigli regionali, ed era previsto che ci fosse anche quello della Liguria che, in realtà, ancora non ha votato.

In proposito è fissata una seduta ad oltranza domani.

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