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Renzi all'attacco dei grillini: dialogano solo coi terroristi

Il M5S diserta l'incontro sulla riforma della giustizia. Il premier s'infuria e rilancia il tweet di Orfini: per loro è meglio confrontarsi con gli assassini che con il governo

Renzi all'attacco dei grillini: dialogano solo coi terroristi

Il dialogo non è sempre una priorità. Almeno secondo i Cinque Stelle. Ancora non si è spento il clamore suscitato giorni addietro dalle dichiarazioni di Alessandro Di Battista circa la necessità di confrontarsi con chi sceglie il terrorismo, che arriva la doccia fredda: «con il governo non parliamo». La riforma della Giustizia? La discutano senza di noi. Poi è ovvio che a chiunque, diciamo a un politico del Pd per dire, scappi un commento forte. Uno sfogo. Come quello di Matteo Orfini che ieri mattina su Twitter non è riuscito a trattenersi: «I grillini rifiutano il confronto sulla riforma della giustizia. Coi terroristi bisogna interloquire, ma guai a farlo col governo». Anche Renzi, indignato allo stesso modo, si è lanciato in un audace rilancio del tweet (e Palazzo Chigi ha poi precisato che si trattava, per l'appunto, di un ritweet).

Quanto alle altre esternazioni del premier, si segnala per l'importanza del tema, quella al Tg5: «Non ci saranno nuove tasse. Le ipotesi di tasse sulle pensioni o altro sono solo chiacchiere di agosto».

Tornando alla giustizia, la riunione di ieri a via Arenula, per presentare anche alle opposizioni la «bozza Orlando» non è stata un vero e proprio successo. All'incontro ha partecipato solo Forza Italia. E proprio dal partito di Berlusconi è venuto un plauso indiretto al cosiddetto «metodo Orlando» che, in vista del 29 agosto, ha presentato i punti della riforma che riguardano la giustizia civile. «Fin dalla sua nascita - spiega la deputata Stefania Prestigiacomo - Forza Italia ha fatto della riforma della giustizia un elemento imprescindibile per l'ammodernamento del Paese. Troppi imprenditori e lavoratori soffrono oggi l'incertezza della giustizia civile. È una situazione non più tollerabile». Prospettiva, questa, condivisa da tutta la maggioranza. «È ora - spiega Gianfranco Librandi di Scelta Civica - di procedere a un cambiamento radicale per allineare l'Italia agli altri Paesi in termini di efficienza e velocità delle decisioni». E Orlando avanza la proposta di fare dei responsabili delle Procure dei veri e propri manager. Che abbiano tra i propri obiettivi anche la piena funzionalità ed efficienza degli uffici. Sulla ricerca dell'efficienza non ha trovato nulla da eccepire Giacomo Caliendo, «ambasciatore» per Forza Italia ieri mattina all'incontro con Orlando. Il senatore, però, ha presentato al Guardasigilli alcune perplessità del suo partito circa il rinvio della discussione sulle intercettazioni. «Al ministro ho poi spiegato - ha affermato lo stesso Caliendo dopo l'incontro - tutta la nostra perplessità sul ripenalizzare il falso in bilancio, visto che in passato anche le violazioni formali finivano per essere considerate reato. Questo comporterebbe un effetto negativo sull'economia». Dove Ncd e Forza Italia si ricompattano è proprio sul settore penale della giustizia. Tanto che lo stesso Fabrizio Cicchitto (Ncd) ha ricordato che sono tutt'altro che sciolti i nodi che verranno al pettine all'inizio della prossima settimana quando il vertice di maggioranza dovrà affrontare la riforma penale. «Per noi - spiega Cicchitto - i nodi restano quelli della custodia cautelare, delle intercettazioni e della responsabilità civile dei giudici». Per non parlare poi del mai risolto dibattito sulla separazione delle carriere, divenuto un cavallo di battaglia anche per Scelta Civica (come ricordava ieri il capogruppo alla Camera Andrea Mazziotti). A fine giornata Orlando continuava a sfoggiare ottimismo. Ai grillini ha replicato con fermezza: «Non ci sono accordi segreti con nessuno, c'è una maggioranza che fa delle proposte e si confronta con tutti». Respingendo al mittente le accuse di «inciucio» sulla giustizia e rilanciando: «Mi spiace per le parole usate dal M5S.

Mi auguro che questo passaggio non comprometta la possibilità di proseguire la discussione con tutti i partiti».

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