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Renzi alza le barricate ma poi si accoda ai tassatori grillini

Il leader di Iv tuona ma non può votare con la Lega. Sulle macchine aziendali asse col Pd

Renzi alza le barricate ma poi si accoda ai tassatori grillini

«Non finisce qui». Mentre il governo Conte cerca di chiudere il faticoso primo capitolo della manovra, che ora deve affrontare i marosi del Parlamento, Matteo Renzi fa il guastafeste.

E - mandando in bestia il Pd, che lo accusa di «agitare spauracchi infondati mortificando il lavoro della maggioranza» - annuncia che la guerra ai «balzelli» dichiarata da Italia viva proseguirà, anche se il suo partito ha dato via libera all'accordo di maggioranza trovato tra martedì e mercoledì. In queste settimane, riconosce l'ex premier, «sono stati fatti passi in avanti per evitare aumento Iva tasse su cellulari, gasolio, case», e « Italia viva è stata decisiva per evitarli. Ma per noi non finisce qui: su zucchero, plastica e auto aziendali lavoreremo duro nei prossimi giorni», promette. E per mettere in chiaro che la sua non è la consueta sparata demagogica anti-tasse alla Salvini, indica anche come reperire le risorse per evitare gli aggravi ai cittadini: il taglio del privilegio per pochi costituito dai pensionamenti anticipati di Quota 100: «Stiamo parlando di qualche centinaio di milioni: nulla rispetto ai 23 miliardi dell'Iva o ai 20 miliardi bruciati in un triennio dalla demagogia di Quota 100».

La ministra Teresa Bellanova gli dà manforte, annunciando emendamenti su Quota 100 e spiegando: «Nessun intento punitivo nei confronti di chi va in pensione, ma elementare giustizia sociale: la coperta è stretta, e troppi rimangono tagliati fuori da una misura che guarda solo a chi ha redditi garantiti».

Ma Renzi sa benissimo che, in Parlamento, i numeri per scalfire il totem dei prepensionamenti non ci sono: Salvini e i Cinque Stelle lo difenderanno fino alla morte, e il Pd non ha certo il coraggio di mettersi di traverso. Dunque su questo la sua battaglia sarà di mera testimonianza, mentre sulle «microtasse» moralistiche su plastica, bevande zuccherate e auto aziendali c'è la possibilità non solo di ottenere un po' di visibilità come paladino anti-tasse, ma anche quella di trovare i numeri per condizionare il governo. E quindi ottenere risultati concreti da poter esibire.

Non solo il centrodestra, Lega in testa, si sgola contro i nuovi balzelli: anche nella maggioranza ci sono malumori. Nel Pd c'è chi invita esplicitamente a ritirare la tassa sulle auto aziendali, che «farebbe solo danni ad un settore automotive già in crisi», come ammonisce Debora Serracchiani. In Parlamento, insomma, può crearsi un fronte trasversale in grado di far passare eventuali emendamenti soppressivi di tributi impopolari.

Non che Italia viva si prepari a votare con la Lega contro il governo per abolire la Sugar tax: «Stiamo lavorando per risolvere i problemi prima, facendo leva sull'intelligenza» di governo e maggioranza, spiega Ettore Rosato. Insomma, per spingere Conte a correggere in corsa il testo, evitando al governo un braccio di ferro impopolare.

E intestando a sé medesimo e a Italia viva l'eventuale successo, che «leverebbe armi propagandistiche a Salvini», spiegano i suoi.

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