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Renzi lancia l'Opa sui 5 Stelle: "Che flop Raggi e Appendino"

Dopo la Vono, Italia viva prova a sedurre altri grillini. Ma sul reddito di cittadinanza il rottamatore ci ripensa

Renzi lancia l'Opa sui 5 Stelle: "Che flop Raggi e Appendino"

Il lupo (Matteo Renzi) accarezza l'agnellino (Luigi di Maio) per fagocitare i Cinque stelle. L'ex premier attacca (ancora) il Pd e lancia l'opa sul M5s. Il piano è chiaro: svuotare elettoralmente (e in Parlamento) i grillini. La strategia del rottamatore punta a impadronirsi delle battaglie storiche del Movimento per drenare voti alla creatura Italia viva. E da Palazzo Madama, la senatrice (ex M5s) Gelsomina Silvia Vono, fresca di passaggio nel gruppo renziano, nell'intervista a Radio Cusano fa sapere che altri grillini la seguiranno nelle truppe dell'ex segretario del Pd: «È possibile che altri del M5s mi seguano. Se usciranno dalla logica in cui sono irretiti, e capiranno cos'è la libertà e la democrazia, penso che molti ci stiano riflettendo». Di Maio annusa la trappola ma è costretto a inseguire l'avanzata dell'ex leader dei dem. Intanto, Renzi prepara il colpo grosso.

Da un lato, il senatore di Italia viva nell'intervista a Il Foglio continua a bombardare gli ex colleghi del Pd «Zingaretti valorizza la classe dirigente che era contro il Jobs Act. Mette nella sua segreteria uno che era contro la riforma del lavoro, mette alle riforme istituzionali uno che era contro il nostro referendum. Quindi ci sono delle differenze programmatiche, di contenuto. Del resto la parola d'ordine della nuova segreteria era dobbiamo chiedere scusa per gli anni dei nostri governi. Siamo un'altra cosa rispetto al Pd, abbiamo un altro stile, abbiamo un altro entusiasmo. Ma il nostro avversario è Capitan Fracassa Salvini, non Zingaretti. E forse anche il Pd senza più Renzi dentro vivrà meglio e senza alibi, mettiamola così» - dall'altro finge di flirta con i pentastellati. Arrivando, addirittura, a riabilitare le politiche sulla giustizia del ministro Alfonso Bonafede: «Io sul Csm sono più d'accordo con Bonafede che con Orlando», affermando di poter prendere in considerazione l'ipotesi del sorteggio. Non mi preoccupano i vertici di maggioranza tra Bonafede e Orlando senza di noi. Perché senza di noi possono fare i vertici ma non possono fare la maggioranza. Specie sui temi della giustizia».

Poi lancia l'amo con l'obiettivo di pescare altri parlamentari nel M5s: «Devo ammettere che parlando con molti deputati e senatori grillini mi rendo conto che le sensibilità personali sono spesso meno dure della linea ufficiale del partito. Molti di loro ammettono candidamente che il giustizialismo è un errore. E questo mi fa pensare che potremo mitigare certi toni e certi insulti. Mi preoccupa paradossalmente di più la potenziale svolta giustizialista del Pd». Renzi distribuisce miele per tutti. Anche per il ministro degli Esteri Di Maio: «Sono maturati» dice Matteo Renzi di M5s, «sono partiti per distruggere tutto e adesso si rendono conto che così facendo distruggono solo loro stessi». Anche per Luigi Di Maio «l'inizio del suo lavoro mi è sembrato molto saggio». L'alleanza andrà avanti «fino al 2023», promette Renzi, ma patti chiari amicizia lunga: «non ci possono chiedere di votare a favore delle fallimentari esperienze di Raggi e Appendino».

Il capolavoro è però sul reddito di cittadinanza, provvedimento bandiera dei Cinque stelle: «Non si può eliminare, perché sarebbe un'inutile provocazione ai Cinque stelle», ma bisogna «cercare di trasformarlo sempre di più in un lavoro di cittadinanza».

È nato un nuovo amore tra Renzi e i Cinque stelle? O più semplicemente è il piano di una volpe come Renzi che le prova tutte per dare ossigeno al suo nuovo partito.

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