Politica

Renzi parla d'Europa, nessuno lo ascolta: Aula deserta

Il premier a Montecitorio per riferire sul vertice Ue. Ma l'Aula è vuota: nessuno vuol più stare a sentire i buoni propositi per il futuro

Renzi parla d'Europa, nessuno lo ascolta: Aula deserta

"Bisogna vivere la fase che si è aperta come occasione unica: o cambiamo la direzione dell’Europa o abbiamo perduto l’Europa". Il presidente del Consiglio di Matteo Renzi interviene alla Camera sul prossimo Vertice Ue per spiega con enfasi che "siamo in una fase di passaggio straordinariamente delicata e sensibile: l’Europa è al bivio". Parole al vento. Perché l'Aula di Montecitorio è deserta. Qua e là si scorge qualche testa. Ma gli scranni sono quasi tutti vuoti.

Nessun parlamentare è più interessato ad ascoltare le sviolinate di Renzi. Non piace nemmeno ai deputati sentirsi raccontare di quanto è bella e brava l'Europa. Non perdono nemmeno più tempo a sorbirsi l'ennesima autocelebrazione delle prospettive di governo. In quel di Montecitorio, ai discorsoni del premier fiorentino, si sono ormai abituati. E ne hanno le tasche piene. Così non deve stupire se questa mattina, come mostrano i video dell'agenzia Vista, molti dei banchi sono rimasti vuoti. Nonostante sia mercoledì, non c'è stata la calca per ascoltare l'intervento del premier che ha riferito sul Consiglio europeo del prossimo 18 dicembre. Qualcuno ha preferito intrattenersi più a lungo alla buvette, altri hanno deciso sistematicamente di poltrire a casa. A sentire uno dei pochi seduti in Aula, era presente sì e no un centinaio di deputati. A rimpolpare il numero dei presenti all'appello c'erano solo i rappresentanti del governo: il ministro dell'Interno Angelino Alfano, quello delle Riforme, Maria Elena Boschi e Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, più uno stuolo di sottosegretari.

Per il resto, il discorso non è stato altro che il solito elenco di buoni propositi per il governo e di eterne speranze per l'Unione europea. Un déjà vu, insomma. "Siamo in una fase in cui l'Europa è a un bivio", ha attaccato. Poi, citando una frase pronunciata da Luigi Einaudi nel 1947, ha proseguito: "Se non sapremo farci portatori di un ideale umano noi siamo perduti". E ancora: "Possiamo vivere la fase che si è aperta con il rinnovo delle elezioni e con il semestre di presidenza italiana come un'occasione per dire che o torniamo all'ideale o rischiamo tutti noi di aver perduto l'Europa". Secondo Renzi - e non è certo la prima volta che ce lo racconta - la politica dovrebbe "fare il suo mestiere e non lasciare l'Europa ai tecnocrati". Nel 2014 il suo governo non l'ha fatto. Così si ripropone di farlo nel 2015. "Vedremo - dice - se la politica economica dell'Europa unita sarà finalmente centrata sulla crescita o continuerà ad essere una via di mezzo spuria. Credo e spero che con l'aiuto di tutti, anche con quello dei parlamentari italiani, si torni a guardare verso l'Europa della crescita e non solo verso l'Europa dell'austerity".

Parole al vento, appunto.

Commenti