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Renzi sfida il Family Day: "No ai veti sulle riforme"

Il premier replica a Gandolfini e al suo #renziciricorderemo: "Cosa c'entrano le unioni civili col referendum sul Senato?"

Renzi sfida il Family Day: "No ai veti sulle riforme"

"Che c'entra la difesa della famiglia con la riforma del Senato?". Matteo Renzi ha paura e rischia di pagare grosso il sì a tutti i costi alle unioni civili. Al punto che cerca il più possibile di tenere separati il dibattito sulle nozze gay e quello che riguarda le riforme costituzionali oggetto di referendum a ottobre.

A lanciare l'hashtag #renziciricorderemo era stato a fine gennaio il popolo del Family Day, che ha riconfermato la sua "minaccia" nei giorni scorsi per tramite dell'organizzatore Massimo Gandolfini. E ora il premier tenta di scindere i due temi: "Che c'entrano le coppie omosessuali con la cancellazione del Cnel?", replica nella sua enews, "Che c'entrano i movimenti religiosi con le competenze regionali su energia e turismo? Nulla. E io con un sorriso accetto la sfida e se mi inviteranno andrò nelle parrocchie, come nelle realtà del volontariato, a dire il perché - a mio giudizio - è giusto che la riforma passi. Purtroppo è una caratteristica ormai consueta di molti della cosiddetta società civile (e anche qualche sindacalista): una manifestazione, tre telecamere, due talk e zac, la politica politicante li ingloba subito nel sistema. Se qualcuno vorrà mandarci a casa per questo andremo a casa. Ma fino a quel momento, ostinati e sorridenti, continueremo a fare le cose che per noi servono all'Italia. Agli opposti estremismi, voglio dire che è finito il tempo in cui in Italia qualcuno aveva un diritto di veto, di blocco". Anzi, Renzi è così sicuro della bontà dell'Italicum che si dice sicuro che verrà copiato in Europa.

E il premier raccoglie subito le simpatie del mondo omosessuale: "Matteo Renzi strapazza il portavoce del Family Day, Gandolfini. Fa bene. Gandolfini si rassegni", dice Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay center, "Nella maggioranza di italiani favorevoli alle unioni civili ci sono anche molti cattolici. Non tutti sono per le sue prediche e quelle di Adinolfi. Le famiglie italiane non vanno tutte al suo Family Day. E non ci vanno nemmeno molti politici, se non quelli in cerca di piazze che non hanno più da soli".

Ma Massimo Gandolfini rilancia: "Io ho fatto un ragionamento che sottopongo a tutta la popolazione italiana e in modo particolare a tutti coloro che si sono riconosciuti nel Family Day", spiega ad Affaritaliani.it annunciando la possibilità di una nuova manifestazione a giugno, "E il ragionamento è il seguente: il premier non ha tenuto minimamente in considerazione le nostre richieste, non ha maiincontrato nessun nostro rappresentante nonostante gliel’avessimo chiesto e,in questo senso, ha dimostrato un atteggiamento veramente molto pocodemocratico, lui che è il segretario del Partito Democratico".

"Renzi dimentica le modalità con cui la legge è stata fatta passare al Senato: violando più e più volte la Costituzione, scavalcando il dibattito in commissione, impedendo la libertà di coscienza dei parlamentari, proponendo un canguro che Grasso ha dovuto dichiarare poi inammissibile, e imponendo il voto di fiducia su una legge non firmata dal governo", aggiunge Eugenia Roccella, parlamentare di Idea, "Il modo con cui la legge Renzi-Alfano è arrivata in porto ha creato nel Paese, e in particolare nel popolo del Family day, un allarme e una diffidenza motivata nei confronti della riforma costituzionale di Renzi.

Questo è il nesso, chiarissimo, fra la battaglia sulle unioni civili e il referendum sulla riforma: chi violenta le regole democratiche non può chiedere di ridurre il peso del Parlamento e avere più potere nelle proprie mani".

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