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Renzi vuole allenare l'Italia ma così ci farà solo perdere

Il premier si sente come Al Pacino in Ogni maledetta domenica: "Alleno l'Italia e la motivo". Peccato che il campionato ce lo scordiamo

Renzi vuole allenare l'Italia ma così ci farà solo perdere

Un premier ct. Adesso Matteo Renzi punta alla panchina della Nazionale. Si sente un po' come Al Pacino in Ogni maledetta domenica. "Alleno l'Italia e la motivo". La conferenza stampa di fine anno spazia dal Jobs Act ai rapporti con l'Unione europea, dribbla i problemi seri del Paese e gigioneggia su tutto il resto. "La parola del 2015 sarà ritmo", promette. Ma tra metafore calcistiche, echi cinematografici e slogan motivazionali il sistema Italia rischia di perdere una partita fondamentale e retrocedere in serie B. Una sconfitta che non ci possiamo certo permettere nelle sitiuazione economica e sociale in cui ci troviamo.

"Il percorso di cambiamento è partito, sta producendo risultati concerti è sotto gli occhi di tutti. Il ritmo della politica è cambiato". Durante la conferenza di fine anno, Renzi si cala nei panni del coach che motiva i suoidicendo loro che ce la possono fare. Lo fa per gettare fumo negli occhi degli italiani ed evitare abilmente i grandi punti di domanda dul futuro dell'Italia, a partire dalla partita che ci si appresta a giocare sul Quirinale. "Mi colpisce questo senso di frustrazione e sfiducia che non è solo un fatto economico - ha aggiunto Renzi - perché è un grande Paese vivo e sono ancora più convinto di quanto lo fossi a febbraio che l’Italia ce la farà". A sentir parlare Renzi "l'Italia ce la può fare" perché è in mano a un "governo che ha fatto meno leggi e più riforme". Peccato che siano proprio queste riforme che stanno rischiando di far sbandare il Paese. Il Jobs Act, per esempio, era stato presentato come la "rivoluzione copernicana" del mercato del lavoro. Poi, però, al premier è mancato il coraggio di portare a casa il risultato. Non solo. Si vanta pure di aver reso intoccabile il pubblico impiego. "Sono stato io a cancellare la norma...", dice sorridente in conferenza stampa. "La norma sul pubblico impiego va cambiata - promette poi - devono esserci le condizioni per mandare a casa i fannulloni". Se ne occuperà il parlamento. Pilatescamente, Renzi se n'è lavato le mani.

Per il resto, la conferenza stampa alterna buoni propositi per il 2015 all'insofferenza per le domande che gli vengono poste dai giornalisti. Si rifiuta di rispondere sul Quirinale ("Non giochiamo a Indovina chi..."), invita Sky a cambiare titolo e dà del gufo a chiunque mette in dubbio che l'Italia riuscirà a risollevare la testa procedendo lungo la strada tracciata dal governo. Quindi, escludendo l'ipotesi contagio dalla Grecia, passa a pungolare Bruxelles. "Il partito degli euroscettici - dice - crescerà se non cambiamo l’Europa e si prenderà Paesi dalla grande, grande tradizione europea". La parola chiave resta, dunque, riforme. E, ricordando il pil americano al +5%, ci tiene a ricordare che da sole le riforme strutturali non bastano. E qui ritorna a bomba contro l'Unione europea. Il 2015, ad ogni modo, sarà l'anno della Rai, della scuola e della cultura. Per il momento, dunque, niente elezioni all'orizzonte. Nonostante i pessimi risultati incassati fino a oggi, il governo andrà avanti sulla strada tracciata da Renzi. Intanto, il tempo passa. E l'Italia, che è già fuori dalla competizione mondiale, rischia pure di essere eliminata dagli europei.

Con buona pace del ct Renzi.

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