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Renzi sostiene il made in Italy: "Ho pure la mutanda Intimissimi"

Il premier a Verona per il Vinitaly: fischi e contestazioni. Ma lui tira dritto: "La gente ci chiede di andare avanti..."

Renzi sostiene il made in Italy: "Ho pure la mutanda Intimissimi"

Matteo Renzi sostiene il made in Italy. E ne fa sfoggio. Durante la breve visita allo stabilimento Calzedonia, colosso italiano a cui fanno capo anche i marchi Tezenis e Intimissimi, il presidente del Consiglio ha scherzato proprio sulla sua fedeltà al made in Italy. "Mi ero preparato per l'occasione - ha detto a Repubblica Tv - avevo il golfino Falconieri, ho anche la mutanda Intimissimi, ma ve la risparmio".

La settimana inizia fitta di impegni. Mentre a Roma si vota l'ultimo capitolo sulle riforme costituzionali, Renzi vola a Verona per il Vinitaly. Accompagnato dal ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, dal sindaco di Verona Flavio Tosi e la presidente del Friuli Venezia Giulia Deborah Serracchiani, ha visitato alcuni stand stringendo mani e soffermandosi ad ascoltare le richieste dei tanti cittadini accorsi per vederlo. Tanti gli incoraggiamenti arrivati al premier, anche se non è mancata una piccola contestazione. "Buffone!", gli hanno urlato alcuni. E altri ci hanno messo il carico: "Vai a casa!". Il premier non ci ha fatto caso e ha tirato dritto: "La gente ci chiede di andare avanti...". Le bordate di fischi e gli slogan "Verdin, Verdin!" lo hanno, però, accompagnato durante la passeggiata tra gli stand.

Prima di andare al Vinitaly Renzi è andato a visitare gli stabilimenti di Calzedonia e dell'Aia. "Sono aziende straordinarie, due realtà fortissime, orgogliose di essere italiane - ha commentato al termine della visita - il nostro non è un racconto troppo ottimista ma un racconto positivo che è realtà, non è inventato. I problemi ci sono ma c'e un sacco di bella gente che deve sentirsi dire 'grazie' dal governo". Per il premier è un bene che ci siano "aziende italiane che portano la qualità italiana nel mondo e che hanno la testa saldamente qua". Quindi, ha spiegato: "Non è che se uno apre un'azienda a migliaia di chilometri sta delocalizzando. Se qui c'è la base, se qui c'è il cuore non è un fatto negativo - ha, poi, invitato - dobbiamo smettere di guardare alla globalizzazione come a un fatto negativo.

È anche una straordinaria opportunità".

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