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La Repubblica non si festeggia ma si difende

Chi reclama gli "Stati Uniti d'Europa" attacca la democrazia. La Repubblica non si festeggia: si difende

La Repubblica non si festeggia ma si difende

Nella ricorrenza del 70° della Festa della Repubblica che si celebra il 2 giugno, scopriamo che in realtà coloro che ci governano, da Napolitano a Mattarella, da Monti a Renzi, da Draghi alla Boldrini, tramano contro la Repubblica, si prodigano per porre fine all'Italia come Stato indipendente e sovrano, con la prospettiva di essere fagocitati dagli «Stati Uniti d'Europa», che si rivelerà un protettorato a trazione tedesca al cui interno ci ridurremo a colonia economica. Se fossimo in un vero stato di diritto e se avessimo una classe politica leale all'interesse supremo della Nazione, questi governanti verrebbero processati e condannati per alto tradimento avendo calpestato la Costituzione e violato il giuramento di fedeltà all'Italia.

Il capofila della congiura contro l'Italia è Giorgio Napolitano, che per dieci anni ha governato da monarca assoluto sospendendo la democrazia sostanziale, dopo aver promosso ai danni di Silvio Berlusconi un colpo di stato finanziario sostituendolo con il Mario Monti che sedeva ai vertici della Goldman Sachs, Moody's, Trilaterale e Bilderberg. Proprio alla vigilia della Festa della Repubblica, Napolitano ha pubblicato un volume dal titolo Europa, politica e passione, in cui denuncia quelli che difendono l'Italia concependoli come «conati neonazionalistici, rozzi tentativi di ristabilire barriere ai confini, arroccamenti retorici nelle presunte vecchie identità». Lo scorso 24 maggio parlando alla Scuola di Politiche di Enrico Letta, Napolitano ha accomunato nazionalismo con xenofobia e anti-europeismo: «Come in Austria o in Francia ci sono partiti di destra nati su tematiche tradizionali di destra e ora caratterizzati dall'antieuropeismo, in Italia abbiamo la Lega, la principale espressione di posizioni xenofobe, nazionalistiche e ora antieuropeiste». Sconvolge il fatto che coloro che difendono l'Italia, la Patria e la Nazione, cioè i valori che sostanziano la nostra storia moderna e contemporanea, vengono condannati come «anacronistici» se non criminalizzati come «razzisti». Il 13 aprile Mattarella ha detto che «le barriere che dividono l'Europa sono una zavorra che ne appesantisce il cammino». Il 5 maggio Renzi, criticando l'annuncio dell'Austria sulla chiusura del Brennero, ha detto che «sono posizioni sbagliate e anacronistiche, contro la logica e la storia». La Boldrini è la più avveniristica esibendosi in pubblico con una spilletta in cui compare la scritta «Stati Uniti d'Europa» contornata dalla bandiera europea.

Dopo aver perso la sovranità monetaria, scardinato la sovranità economica sottomettendoci alla follia suicida dell'austerità europea, ridotto la sovranità legislativa all'80 per cento, ipotecato la sovranità giudiziaria assoggettandoci alle sentenze delle Corti europee, rinunciato alla sovranità nell'ambito della Difesa e della Sicurezza, gli eurocratici nostrani vorrebbero accelerare la fine della sovranità nazionale dell'Italia. L'auto-invasione di clandestini e l'islamizzazione impartiranno il colpo di grazia. Il 2 giugno più che festeggiare dobbiamo mobilitarci per difendere la Repubblica.

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