Economia

"Repubblica" si mangia "la Stampa": fusione da indagine Antitrust

La Cir dell'Ingegnere controllerà il 40-45% del nuovo gruppo, con gli Agnelli al 5-6% (come i Perrone del Secolo XIX). Tiratura record per l'Italia, all'esame dell'authority

"Repubblica" si mangia "la Stampa": fusione da indagine Antitrust

La rivoluzione della carta stampata è iniziata. Ieri, a mercato chiuso, è stata annunciata la fusione per incorporazione di Itedi, partecipata da Fca (al 77%) e dall'Ital Press di Carlo Perrone, nel Gruppo Editoriale L'Espresso. Tre quotidiani nazionali - La Stampa, La Repubblica e Il Secolo XIX - oltre a innumerevoli testate locali, confluiranno in un solo gruppo capitanato da Cir. La holding della famiglia De Benedetti controllerà quindi un polo dell'informazione con un giro d'affari pari a 750 milioni di euro e una tiratura dei quotidiani, in base agli ultimi dati Agcom disponibili, pari al 23% del mercato (700mila copie giorno, 250 milioni l'anno). Non solo.

L'operazione ridimensionerà il peso degli Agnelli nell'universo dell'editoria, quanto meno in quella italiana. Fca uscirà dall'informazione, mentre la famiglia, tramite Exor, rimarrà azionista di minoranza. Le indiscrezioni si sono succedute nel corso dell'intera seduta e Piazza Affari, pur in attesa di conoscere i dettagli, ha brindato alle nozze premiando tutti i soggetti coinvolti: L'Espresso ha messo le ali (+15,8% a 0,99 euro), Rcs è balzata in alto del 7,2% a 0,6 euro, Cir del 2,4% a 0,89 euro, Cofide del 2% a 0,3 euro e Fca del 2,4% a 6,8 euro. L'accordo siglato ieri prevede una fusione per incorporazione effettuata presumibilmente attraverso un aumento di capitale riservato de L'Espresso a Itedi. Al termine dell'operazione, previsto entro marzo 2017, il nuovo polo sarà controllato da Cir con il 43% del capitale e partecipato da Exor (al 5%) e Carlo Perrone (al 5%). Il flottante sarà pari al 36%. Fca infatti ha già annunciato che «a seguito del perfezionamento della fusione distribuirà l'intera partecipazione detenuta nel nuovo gruppo ai possessori delle proprie azioni ordinarie (a iniziare ovviamente da Exor, ndr)».

L'accordo è, ovviamente, condizionato al via libera da parte delle autorità. L'Antitrust, interpellata, ha preferito non prendere posizione a riguardo tanto più che la concentrazione potrebbe riguardare diversi ambiti. È comunque prevedibile che siano imposte delle cessioni di asset al termine del processo di istruttoria. Le nozze porteranno a riunire, in un solo gruppo, tre quotidiani nazionali, 17 quotidiani locali, due concessionarie pubblicitarie (Manzoni e Plublikopass), il 30% di Persidera (multiplex digitali) e radio nazionali. «Un matrimonio di interesse interessante sotto almeno due fronti. L'Espresso avrà modo di ricercare efficienze e sinergie nella gestione dei costi, a iniziare da quelli di stampa e di distribuzione, per passare ai prevedibili accorpamenti tra le diverse redazioni. In secondo luogo le nozze forniscono a Fca una via d'uscita a testa alta dall'editoria, un settore non più strategico per il gruppo» afferma un'analista che preferisce l'anonimato. Non appena si capiranno le condizioni imposte dall'Antitrust è probabile quindi che si proceda alla riorganizzazione di sedi e sezioni dei gruppi coinvolti. Ipotizzando ad esempio, che il gruppo possa mantenere i tre quotidiani nazionali, non manca chi prevede una gestione maggiormente modellata sui service, ovvero redazioni locali (Genova e Torino ad esempio) o tematiche che lavorano per l'intero gruppo e affiancano le sedi di riferimento delle diverse testate. Si vedrà.

Intanto sul mercato si ragione sull'effetto domino che l'operazione avrà sul mondo dell'informazione.

Commenti