Rubrica Cucù

La resa dell'intelligenza

Se Alfano dice no alle coppie gay non lo fa per opporsi a Renzi ma perché vuole politicamente sfruttare a suo vantaggio le aperture omofile nel centrodestra

Non c'è più dialettica, denuncia giustamente Giuseppe De Rita. La politica, aggiungiamo noi, oscilla tra allineamento e insubordinazione: non c'è conflitto sui temi politici tra forze avversarie, ma c'è ammutinamento all'interno degli stessi partiti oppure subordinazione al leader. A sinistra non si fronteggiano due visioni politiche ma due fedeltà a priori: alla vecchia sinistra o al nuovo capo vincente.

Se Alfano dice no alle coppie gay non lo fa per opporsi a Renzi ma perché vuole politicamente sfruttare a suo vantaggio le aperture omofile nel centrodestra. Ma l'assenza più deprimente di dialettica riguarda il dibattito civile e la cultura. Non trovate più una discussione su temi di fondo o letture critiche del presente, non affiora una divergenza sul piano delle idee tra chi difende quest'Europa e chi propone di ripartire dalle identità nazionali o anche locali, tra chi difende il nuovo capitalismo finanziario e chi lo subordina agli interessi comunitari, tra chi difende la priorità delle famiglie e chi s'inchina alle coppie gay e ai trans; non c'è più una polemica culturale tra scrittori e intellettuali, nessun dialogo sui valori. I libri o si osannano o si ignorano, chi prova a discuterli grida nel deserto.

Come chiamare tutto questo? Disfatta dell'intelligenza. Non si discute, non si critica, non si tenta di capire. L'intelligenza si atrofizza o finisce ai margini, nel pensiero laterale, confinata agli estremi della semi-clandestinità.

Si vive tra Capo e coda, senza capire quel che sta nel mezzo.

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