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Quella rete di magistrati al servizio del governo

Al commissario Cantone gli arbitrati con i risparmiatori. Tra i consulenti spuntano altri due pm Rossi di Arezzo e Natalini di Siena: seguono le inchieste sulle banche imbarazzanti per l'esecutivo

Quella rete di magistrati al servizio del governo

È un magistrato l'uomo che salverà il governo dalle ire dei clienti truffati dalle quattro banche fallite. È il magistrato anticorruzione per eccellenza, Raffaele Cantone. Il campione per la trasparenza e la legalità di Matteo Renzi sarà il «supervisore» sugli arbitrati con i risparmiatori colpiti dagli effetti del decreto salva banche, cioè gli obbligazionisti secondari che sono stati equiparati agli azionisti, con gli stessi danni. «Vorrei che l'arbitrato - dice il premier - fosse gestito non dalla Consob, non da Bankitalia, ma dall'Autorità nazionale anticorruzione di Cantone, un soggetto terzo, autorevole».Nel mirino delle opposizioni, che l'accusano di conflitto d'interessi come il ministro Maria Elena Boschi e si preparano a votare mozioni di sfiducia, Renzi punta ancora una volta su una toga per restaurare la sua immagine strapazzata dalle polemiche. E assicura: «Nelle prossime ore faremo il possibile perché chi è stato truffato, ma chi è stato truffato davvero, possa riavere i soldi E faremo degli arbitrati. Da parte mia c'è l'intenzione di fare la massima trasparenza e chiarezza, il massimo rigore».Cantone risponde immediatamente all'appello, accogliendo «con piacere» la proposta. «A occuparsene - spiega - potrebbe essere la Camera arbitrale, un organismo interno all'Autorità, ma autonomo e indipendente, formato da giuristi ed esperti di altissima professionalità, a cominciare da chi lo presiede, il professor Ferruccio Auletta». La scelta del magistrato Cantone, insomma, serve a Renzi per dare «un segnale chiaro» e allontanare i sospetti di trame familiari e politiche, mentre i risparmiatori piangono sul loro gruzzolo sparito.D'altronde, non si è mai visto un premier tanto capace di avere con le toghe un rapporto intenso di «bastone e carota», di cui è grande mediatore il vicepresidente del Csm, l'avvocato Giovanni Legnini.Matteo ha imposto taglio delle ferie, abbassamento dell'età pensionabile, nuova responsabilità civile, ma non sono successi scioperi e cataclismi come all'epoca del governo Berlusconi, il dialogo è rimasto aperto. Tanto che la corrente più moderata, Magistratura indipendente, accusa la maggioritaria Unicost di essere la più renziana e di aver fatto blocco con la sinistra di Area per un patto di non belligeranza con il governo. Oltre a quelli con la categoria ci sono i rapporti diretti con i singoli magistrati. Quelli chiave spesso finiscono tra i consulenti dell'esecutivo. Si è visto con il procuratore capo di Arezzo Roberto Rossi, che mentre indaga su Banca Etruria dà pareri giuridici a Palazzo Chigi. Se ne occuperà il Csm, che proprio ieri ha accolto la richiesta del laico Pierantonio Zanettin. Per restare nel campo delle banche in crisi, anche uno dei pm titolari delle indagini su Monte dei Paschi di Siena, Aldo Natalini, è entrato nella Commissione per la riforma dei reati agroalimentari, istituita dal Guardasigilli Andrea Orlando e guidata dall'ex procuratore di Torino Gian Carlo Caselli. Il magistrato finì indagato a Viterbo per violazione del segreto istruttorio, quando fu intercettato mentre spiegava le strategie legali e i punti deboli della delicata inchiesta sulla «Banca rossa» all'amico avvocato Samuele De Santis, già finito ai domiciliari per estorsione. Gli indicava eventuali eccezioni cui fare ricorso se fossero stati coinvolti i vertici del Pd, ma in un paio di mesi fu tutto archiviato come «chiacchiere tra amici». Ora Natalini è consulente del Guardasigilli (sembra a titolo gratuito) e anche del ministero delle Politiche Agricole.C'è poi Giuseppe Fanfani, eletto laico del Csm su indicazione di Renzi e della Boschi, già sindaco di Arezzo e legale di Banca Etruria, il cui studio ora passato al figlio difende uno dei dirigenti sotto inchiesta insieme al padre del ministro per le Riforme.

Inevitabile il sospetto che le conoscenze siano mirate, i rapporti utili, le promozioni manovrate per tessere una grande tela a protezione del sistema renziano di potere.

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