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Retelit, Conte fa il premier e l'avvocato

Golden power sulla società di cui il presidente si è occupato pochi giorni fa

Retelit, Conte fa il premier e l'avvocato

Il primo atto del governo presieduto da Giuseppe Conte, appoggiato da Cinquestelle e Lega non è stato verso il reddito di cittadinanza o contro gli immigrati. Giovedì sera, all'imbrunire, mentre Conte partiva per il G7 in Canada, il consiglio dei ministri presieduto da Matteo Salvini si è esercitato su un argomento un po' a sorpresa: il Golden Power su Retelit.

Una vicenda poco avvincente, dato che pochi sanno cosa sia il Golden Power e ancora meno sono gli italiani che conoscono Retelit. Però lo sa bene Conte dato che sulla vicenda si era esercitato, in versione avvocato, soltanto pochi gioni fa. Ebbene il Conte avvocato si era speso proprio per l'esercizio del Golden Power (ossia esercizio da parte del governo di poteri speciali a tutela di asset relativi ad interessi nazionali, quali una rete di tlc) su Retelit una società che ha cavi in fibra ottica per oltre 12.500 chilometri che collegano 9 grandi città italiane e Bari con Hong Kong.

Perchè tanto interesse per una società, paragonabile alla Sparkle di Telecom per il tipo di business, ma infinitamente più piccola (fattura 65 milioni annui)? Ebbene l'interesse deriva dalla battaglia che si è consumata nell'assemblea (di Retelit) del 27 aprile dove è stato nominato il nuovo cda con la conferma dei precedenti vertici. La lista che ha vinto era sostenuta dai libici di Bousval (Lybian post) e dai tedeschi di Axxion, battendo Fiber 4.0 (cordata guidata dal finanziere d'assalto Raffaele Mincione). Conte, meno di un mese fa (lo scorso 14 maggio) aveva formulato un parere per Fiber 4.0 sull'assunzione del controllo dei libici e sull'eventuale violazione degli obblighi stabiliti in materia di Golden Power. A quei tempi, quando era già stato avanzato il suo nome per l'esecutivo, il finanziere Mincione gli aveva chiesto un parere che potesse sposare la sua linea . La società di Mincione, che ora ha l'8% di Retelit mentre i Libici hanno il 14,5%, aveva segnalato alla Presidenza del Consiglio che Bousval e Axxion avevano compiuto un'omissione, secondo lui, non comunicando al governo italiano di avere ormai il controllo della società di tlc. Nella battaglia a colpi di consulenze, Conte ha stilato il parere supportando le ragioni di Fiber 4.0: a suo dire, l'obbligo di notifica, come prevede la legge, alla Presidenza del Consiglio dei ministri c'era, era dovuto, proprio in ragione del passaporto libico della Bousval.

Lo stesso Conte avvertiva, nel suo parere, che il governo avrebbe potuto sanzionare la mancata comunicazione sul nuovo assetto di controllo di Retelit. Ieri il governo ha sposato la tesi del suo premier formulata, ovviamente, quando era ancora un semplice avvocato.

Retelit con un comunicato ha spiegato che «le condizioni e prescrizioni chieste dal governo con il Golden Power riguardano attività che vengono già regolarmente svolte dalla società nello svolgimento della propria attività ordinaria». Ora per Retelit le cose si complicano sulla governance.

Infatti i fondi che la guidano se volessero valorizzare la loro partecipazione, dovrebbero sottostare alle regole del Golden Power che impone vincoli per tutte le operazioni di natura straordinaria.

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