Cronache

La "ricarica" del Nobel

Premio per la chimica agli inventori delle batterie al litio usate per smartphone, pc portatili e auto elettriche: «Sono la base per un mondo senza combustibili fossili»

La "ricarica" del Nobel

Un Nobel al verde. Stoccolma assegna il premio per la Chimica ai tre scienziati che hanno messo a punto le batterie al litio ricaricabili, aprendo così le porte allo sviluppo delle energie rinnovabili in alternativa al petrolio. John B Goodenough (che a 97 anni è il vincitore più anziano di sempre), M Stanley Whittingham e Akira Yoshino, si aggiudicano il prestigioso riconoscimento «per lo sviluppo delle batterie agli ioni di litio».

Dopo la Medicina e la Fisica la settimana dei Nobel continua con il premio per la Chimica in attesa dell'assegnazione per la Letteratura (che sarà doppio visto che quello dello scorso anno è saltato) e infine quello per la Pace per il quale viene data per certa l'assegnazione alla giovanissima paladina dell'ambiente Greta.

Quella dell'uso degli ioni di litio è una scoperta che ha inciso enormemente sulla nostra vita quotidiana visto che le batterie ricaricabili vengono usate tutti i giorni nei nostri smartphone e nei computer portatili. Non solo. Le batterie agli ioni di litio saranno quelle che consentiranno lo sviluppo di automobili elettriche e la conservazione dell'energia in eccesso prodotta dalle fonti rinnovabili. Il litio è l'elemento allo stato solido più leggero della tavola periodica.

Il primo passo verso la messa a punto della batteria ricaricabile è merito di Wittingham che negli anni '70 per primo utilizzò il litio. Mentre studiava i superconduttori lo scienziato era andato a caccia di un materiale leggero che favorisse il cedimento degli elettroni individuando così il litio, grazie al quale mise a punto una batteria leggera e potente che fu messa in produzione dalla Exxon. La compagnia petrolifera statunitense già allora si era interessata a diversificare le proprie attività in vista di un futuro senza petrolio. I primi anni '70 infatti furono segnati dall'Austerity, la crisi petrolifera conseguente alla chiusura del Canale di Suez causata dalle guerre arabo israeliane. Nel '76 Whittingham annunciò la sua prima batteria al litio ricaricabile ma nel frattempo il petrolio era tornato disponibile e la Exxon se ne disinteressò.

Una decina di anni dopo, John Goodenough recuperò il progetto puntando a potenziare la batteria. Ma la svolta per la produzione arriva con il giapponese Akira Yoshino che sfruttando i risultati già raggiunti da Whittingham e Goodenough riuscì a realizzare una batteria al litio ricaricabile da commercializzare. Batteria più stabile e il cui principio è alla base degli accumulatori che usiamo tutti i giorni.

Perché questa scoperta è così importante? Oltre ad incidere sulla nostra vita quotidiana i tre scienziati hanno aperto la strada ad un futuro che potrà essere libero dalla dipendenza dal petrolio. Proprio nel gennaio scorso le Hawaii hanno realizzato il più grande impianto fotovoltaico con accumulo del mondo, sfruttando il principio messo a punto dagli scienziati nell'isola di Kauai.

Mario Pagliaro, ricercatore del Cnr spiega che: «Sono decine i grandi impianti eolici e fotovoltaici collegati alle batterie al litio capaci di dare elettricità a migliaia di abitazioni».

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