Politica

Ricchezza, salute e istruzione Il mondo non è poi così male

I luoghi comuni ci impongono una visione pessimistica della realtà. Ma le cose vanno meglio di come pensiamo

Matteo Sacchi

Ma alla fine lo capiamo davvero il mondo che ci circonda? Sappiamo davvero quello che crediamo di sapere? Hans Rosling, medico ed esperto di statistica svedese morto l'anno scorso, era convinto di no. E infatti ha impiegato buona parte della sua esistenza a smontare i luoghi comuni che ci impediscono di ragionare con chiarezza e ci fanno avere una visione della realtà (ma sarebbe meglio dire dell'irrealtà) molto più pessimistica del necessario. Ora arriva in Italia il volume che è il suo testamento spirituale: si intitola Factfulness. Dieci ragioni per cui non capiamo il mondo. E perché le cose vanno meglio di come pensiamo (Rizzoli, pagg. 364, euro 20).

Per carità Rosling le miserie umane le conosceva bene, ha praticato la medicina di emergenza in Paesi in via di sviluppo per tutta la vita (Ha fondato la sezione svedese di medici senza frontiere), ma i suoi studi statistici sono la dimostrazione che la nostra percezione dell'andamento delle cose sul pianeta Terra sono troppo pessimistiche.

Ad esempio, se vi chiedessero qual è la percentuale di bambini, di un anno, che ricevono delle vaccinazioni nel mondo cosa rispondereste? Bene la risposta giusta è che sono l'80 per cento. E se vi chiedessero quanti sono i Paesi al mondo in cui davvero sussistono condizioni di povertà assoluta? La risposta, statisticamente dimostrata che da Rosling, è: solo in 16. Dati alla mano Rosling dimostra che la maggior parte delle Nazioni, ormai, non possono essere considerate Terzo mondo. Una definizione che poteva andare bene negli anni 50 e 60 del Novecento ma, ora, non ha più senso. Se costruissimo un diagramma che unisca reddito e durata della vita avremmo un risultato ben diverso. Secondo i dati di Rosling: «L'85 per cento dell'umanità è gia nella casella che un tempo chiamavamo mondo sviluppato... I grafici che mostrano livello di reddito, il turismo o l'accesso all'istruzione o all'elettricità ci raccontano tutti la stessa storia: che il pianeta era diviso in due ma ora non lo è più. Oggi quasi tutta la popolazione mondiale si trova nel mezzo. Non c'è alcun divario tra l'Occidente e il resto del mondo». E dove i divari esistono tendono a chiudersi piuttosto in fretta.

Ovviamente questo non significa che non esistano crisi localizzate gravi, come ad esempio quella siriana, ma in generale le prospettive di lungo periodo sono tutte al miglioramento. Ma allora perché la maggior parte delle persone tende a credere il contrario?

È stato il dubbio che ha roso Rosling per tutta la sua vita e che l'ha spinto a fondare con i figli (Ola Rosling e Anna Rosling Rönnlund)la fondazione di ricerche statistiche Gapminder (on line trovate sul loro sito tutti i dati che volete). La sua risposta, argomentata per tutto il volume - Bill Gates ha definito il libro: «Uno dei più importanti che abbia mai letto. Una guida indispensabile per riflettere con chiarezza sul mondo» - è che non solo ignoriamo i dati reali e restiamo ancorati a concezioni vecchie, ma che facciamo molta fatica a ragionare correttamente anche quando ci vengono fornite le evidenze statistiche. Preferiamo mettere la testa sotto la sabbia e credere ai profeti di sventure.

Rosling se ne è accorto quando nei forum economici di Davos è stato invitato a parlare di fronte a un pubblico di presunti esperti. Molto spesso anche queste persone ignoravano i percorsi di lungo periodo della statistica. Ad esempio l'allarme per l'aumento della popolazione mondiale è altamente condiviso. Ma in realtà, allo stato attuale, la natalità è già in calo in tutto il mondo. Certo l'umanità continuerà ad aumentare di numero sino almeno al 2050. Ma lo farà essenzialmente per l'allungamento della vita della popolazione. Quindi forse è il caso di investire in geriatria, piuttosto che stracciarsi le vesti per le politiche sulla natalità. Quanto agli aiuti a chi è rimasto indietro... Attualmente il 60% delle persone che possiamo considerare benestanti vive in Occidente. Nel 2027 il bilancio Occidente resto del mondo sarà già 50 e 50. Nel 2040 il 60% dei benestanti vivrà in nazioni non occidentali. Allora, forse, bisogna immaginarsi che anche il crowfoundig per i più poveri si adatti e vada a cercare il denaro dove c'è o ci sarà.

Per ottenere questo risultato dobbiamo imparare a ragionare sui fatti e non sulla paura. E soprattutto dobbiamo essere disposti a cambiare idea. Quello che era vero vent'anni fa non necessariamente lo è adesso. E nel libro i Rosling (padre e figli) di preconcetti da smontare ne allineano centinaia.

Uno buffo? A Tunisi, ad esempio, potrebbe capitarvi di vedere un sacco di case costruite soltanto a metà. Gli abitanti sono pigri? Iniziano il lavoro senza fare i conti? Non hanno gusto estetico? I Rosling hanno indagato. Le famiglie medie tunisine non riescono ad accedere alle banche per i prestiti e l'inflazione è alta. Appena hanno un po' di soldi comprano i materiali da costruzione, prima che il denaro perda valore. Ma una volta che uno ha i materiali è meglio costruire un pezzo di abitazione piuttosto che accumularli dove qualcuno potrebbe rubarli (a Tunisi capita). Ecco quello che sembrava degrado è progresso, faticoso, ma progresso. Basta guardarli con gli occhi della factfulness.

Non si può aiutare la gente comodamente seduti sui preconcetti di un salotto radical chic.

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