Cronaca nera

Ricerche fino a 40 metri sott'acqua: "Un miracolo trovare sopravvissuti"

I quattro dispersi probabilmente intrappolati tra i livelli -8 e -10. Le operazioni dei vigili del fuoco sono riprese dopo l'utilizzo delle idrovore. In azione anche gommoni e droni marini

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La disperata corsa contro il tempo per cercare di trovare superstiti è diventata la triste attesa dell'inevitabile. «La speranza è d'obbligo, abbiamo come intenzione quella di trovare persone in vita ma oggettivamente siamo nel campo dei miracoli». La realtà, in tutta la sua drammaticità, arriva dalle prole di Luca Cari, il portavoce dei Vigili del fuoco che da ore stanno lavorando senza sosta e con ogni mezzo dentro e fuori la centrale idroelettrica di Suviana. Le speranze di ritrovare in vita le quattro persone ancora disperse tra acqua e macerie sono ormai quasi inesistenti. Paolo Casiraghi, 59 anni, Alessandro D'Andrea, 37, Vincenzo Garzillo, 68 e Adriano Scandellari, 57 anni, sono lì da qualche parte ma nessuno sa esattamente dove. E nemmeno sa esattamente come trovarli.

Il bilancio ufficiale resta di tre morti cinque feriti gravi e, appunto quattro dispersi. Le ricerche non si fermano ma sono state tecnicamente riprogrammate. Dal punto di vista pratico, spiegano i vigili del fuoco, l'allagamento al livello -8 della struttura, salito oltre il metro di altezza, ha di fatto impedito alle squadre di cercare tra le macerie. Soltanto alle 20 di ieri sera, dopo un importante intervento tramite pompe idrovore, sono potute riprendere le operazioni nella struttura. «La ricerca massiva si concentra ai piani -8, -9 e -10 (a circa 40 metri di profondità, ndr) dove pensiamo di trovare le persone che sono rimaste coinvolte in questo incidente», ha spiegato il comandante provinciale dei vigili del fuoco Calogero Turturici. «Abbiamo stabilizzato il rischio idraulico all'interno del pozzo, c'era una condotta premente che poteva essere un rischio inaccettabile per gli operatori di soccorso», ha aggiunto. Il continuo e ingestibile innalzamento del livello dell'acqua mischiata dagli oli delle centrale rendeva impossibile proseguire le operazioni. Il livello del lago è stato abbassato di circa un metro mentre sono stati effettuati rilievi per valutare la presenza di olii e idrocarburi nelle acque, in superficie e a fondo.

I soccorritori hanno cercato di accedere alla centrale elettrica anche con i gommoni ma il problema principale resta la visibilità, sia in acqua che all'interno della centrale. «Il fondo è visibilità zero, all'interno è visibilità zero, ci sono sostanze e detriti, quindi si lavora tastando, toccando. È una situazione molto complessa, le operazioni sono lunghe, non vogliamo creare aspettative immediate». Nelle ricerche vengono utilizzati anche droni acquatici «Pluto», che possono raggiungere zone inarrivabili per le persone là dove la pressione dell'acqua è più forte. A rendere l'idea di quanto drammatica sia e sia stata la situazione intorno alla centrale, il racconto di un superstite. «Ho visto la fiammata e poi il fumo, ho sentito lo scoppio. Io tutto bene ma purtroppo è successo questo» ha raccontato un operaio Pierfrancesco Firenze, con la moglie Emilia Ferdighini che riferisce come fosse «fuori con altri due suoi colleghi. Hanno visto questa fiammata e poi il fumo, ha sentito uno scoppio. Era un po' sotto choc, si conoscono un po' tutti qua».

Choc e disperazione hanno avvolto la zona e tutti coloro che lì vivono e lavorano. Tanto che la Regione, in collaborazione anche con Enel Greenpower, ha attivato un supporto psicologico per i parenti delle vittime che sono accorsi sul posto. Messi a disposizione alberghi per ospitarli. «La cosa più importante è stare vicini alle famiglie con azioni concrete», ha detto l'ad di Enel Greenpower Salvatore Bernabei. Disposto un fondo immediato di due milioni di euro per le famiglie delle persone coinvolte. L'amministratore delegato di Enel Flavio Cattaneo ha telefonato al sindaco di Bologna Matteo Lepore spiegando che in ogni caso l'azienda non abbandonerà Suviana e tutto il circondario.

Almeno in questo, un barlume di speranza.

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