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Il rientro di Albertini in Forza Italia. "Ma non mi candido alle Europee"

La decisione nata dal sodalizio con la Moratti: "Darò un contributo al partito, con la mia esperienza di imprenditore e amministratore"

Il rientro di Albertini in Forza Italia. "Ma non mi candido alle Europee"

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Il rientro di Albertini in Forza Italia. "Ma non mi candido alle Europee"

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Gabriele Albertini (nella foto) conferma il suo rientro in Forza Italia dalla quale, dopo la sua passeggiata a Merano dove come d'abitudine con la moglie Giovanna trascorre vacanze autunnali, «di fatto non mi ero mai allontanato». E poi spiegherà perché. A tessere la tela diplomatica Letizia Moratti, evidentemente rientrata nel partito con quel piglio da lady di ferro che le consentì di convincere una fetta di mondo a portare l'Expo del 2015 a Milano, facendone il trampolino di rilancio della città e forse anche di un po' d'Italia. E all'orizzonte (ma forse anche un po' più vicino) c'è anche Roberto Formigoni, a ricostituire un trio che ha fatto correre piuttosto veloce la locomotiva Lombardia prima che l'arrivo del centrosinistra alla guida di Milano rallentasse parecchio la crescita urbanistica e sociale. «Il contatto è stato stabilito - assicura Albertini - e ho dato la mia disponibilità alla decisione di coinvolgermi nella vita del partito, scelta da lei condivisa con il segretario Antonio Tajani». Alle spalle gli screzi del passato, le sirene di Mario Monti che si rivelarono subito volubile fascinazione, la delusione per la decisione del centrodestra nel 2013 di sposare in Lombardia il candidato governatore della Lega e puntare anziché su di lui, su Roberto Maroni. «Anche se allora - racconta oggi -, a dimostrare la stima e il rapporto che ci legava, fu proprio Silvio Berlusconi a offrirmi il massimo che fosse nelle sue possibilità, ovvero un ruolo da ministro e il secondo posto nella lista per il Senato. Ma io avevo dato una parola e non potei accettare».

Tornando al presente, c'è il post del neo senatore Adriano Galliani che con la foto di lui, Albertini, Carlo Ancelotti e Paolo Maldini sulla scaletta dell'aereo con in mano la Champions rossonera del 2003 riportata a Milano da Manchester, dà il «bentornato al mio amico Gabriele Albertini, grande persona e politico di alto livello: ritrovarsi nello stesso partito e condividere un cammino comune fatto di idee e progetti è per me motivo di grande soddisfazione». Soddisfatto anche il deputato e coordinatore lombardo di Fi Alessandro Sorte che in Regione sta facendo un lavoro di ricucitura di mondi e anime diverse: «Il suo contributo sarà per noi un mattone prezioso per rafforzare il partito, l'unico riferimento per chi si rispecchia nei valori in Italia del Partito popolare europeo e costruire la grande casa dei moderati». Ed è inevitabile, parlando di Europa, pensare a una candidatura alle elezioni di primavera. «Lo escludo - assicura Albertini - ho già fatto il parlamentare europeo e so quanto queste campagne elettorali siano costose. E non solo in termini di energie». E allora? «Allora potrò offrire il mio contributo in una scuola di partito, raccontare la mia esperienza di sindaco o di imprenditore e presidente di Federmeccanica». Un po' astratto. «Potrei aiutare qualcuno, magari la stessa Moratti o Formigoni in una loro eventuale candidatura. Ma soprattutto aiuterò Fi che si strutturerà come un partito, con congressi che valorizzeranno i talenti. Diciamo che, rispetto al periodo dell'imperatore, si richiamano consoli, centurioni e legionari mentre cortigiani, cortigiane e pretoriani sono messi nelle condizioni di minore influenza».

A dire che è tornato, ma è sempre uguale.

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