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Riforme, Boschi contestata in Senato. Lei: "Ddl illiberale? Un'allucinazione"

Il governo vuole ottenere il via libera della riforma costituzionale entro l’estate. Settimana decisiva, rinviato a domani il voto degli emendamenti

Riforme, Boschi contestata in Senato. Lei: "Ddl illiberale? Un'allucinazione"

Il treno delle riforme arriverà a destinazione secondo i tempi e i modi previsti dall'asse Pd-Forza Italia? Staremo a vedere, tenuto conto dei 7800 emendamenti e del rischio derivante dai franchi tiratori. A palazzo Madama, intanto, dove è in corso l'esame del disegno di legge costituzionale di riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione, si infiamma lo scontro. Maria Elena Boschi è stata duramente contestata dai senatori M5S. Al suo indirizzo hanno rivolto boati, applausi ironici e grida, cercando di superare la voce del ministro per le Riforme che tentava di chiudere il suo intervento alla fine della discussione sul ddl riforme. I cinque stelle si sono inalberati soprattutto quando la Boschi ha usato il termine "allucinazione" per rispondere a chi ha bollato il ddl come illiberale. Il presidente Piero Grasso è intervenuto un paio di volte per placare gli animi.

Il ministro ha respinto al mittente quelle che definisce "rappresentazioni macchiettistiche" della riforma. Mentre ha sottolineato che l’urgenza delle riforme costituzionali "deriva anche dall’esigenza di dimostrare in Europa che le riforme non solo sono iniziate ma vanno avanti. Bisogna rispondere agli interrogativi - ha proseguito - e all’urlo di cambiamento lanciato dai cittadini anche con il voto alle elezioni europee". L'appello finale del ministro: "Oggi è il tempo delle scelte: nelle vostre mani, onorevoli senatori, l'ultima chance di credibilità per la politica tutta".

La relatrice del ddl sulle riforme, Anna Finocchiaro (Pd), nel suo intervento ha difeso la sovranità dei senatori: "Quest’aula è sovrana, è padrona di decidere se i senatori devono essere eletti direttamente o no. Ma non abbiamo bisogno di scomodare la tregenda per confermare che qui ognuno di noi è un autorevole rappresentante del popolo". Poi ha ammonito su "certi toni" e certe parole come "regime, deriva autoritaria, violenza sulla Costituzione... parole che pesano come macigni. Io credo - ha aggiunto - che vi sia la necessità di riflettere sui toni che imprimiamo al nostro dibattito perché rischiamo di lasciare per strada la pulizia dell’opera a cui stiamo lavorando".

"Continueremo a mettere in questi e nei prossimi giorni in Parlamento non uno ma due, 100, 100mila sassi sui binari delle riforme perché il treno delle riforme porta orari e ritardi inammissibili", ha detto il capogruppo al Senato M5S Vito Petrocelli. Era stato il premier Renzi a parlare per primo dei sassi. Parlando ieri della settimana decisiva per le riforme, aveva assicurato che il governo sarebbe andato avanti "con determinazione ferrea", pronto a rimuovere l’ostruzionismo, "sassi sui binari del paese".

La Boschi non demorde: "Ci potrà essere l’ostruzionismo che ci porterà a lavorare di più e a sacrificare le ferie ma dobbiamo mantenere l’impegno con i cittadini". E ha ribadito la ferma determinazione del governo a ottenere il via libera della riforma costituzionale entro l’estate.

In serata intanto è arrivato il primo rinvio: il voto dei primi emendamenti inizierà solo domani. Inoltre l'Aula ha respinto la richiesta di M5S e Sel di sospendere l'esame delle riforme costituzionali e tornare in Prima commissione per un ulteriore approfondimento.

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