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Renzi alla minoranza: "Chi di scissioni ferisce..."

Sul tavolo il contestato ddl Boschi, in discussione al Senato. L'ex segretario Pd preferisce chiudere la Festa dem a Modena. Renzi: "Svolta autoritaria? Rispondo con una risata"

Renzi alla minoranza: "Chi di scissioni ferisce..."

Dopo uno strappo in Commissione e un avvio nonostante tutto "sereno" all'interno del Partito democratico della discussione nell'Aula del Senato, il ddl Boschi sulle riforme costituzionali arriva sul tavolo della direzione Pd.

"La voglia di rompere non c’è né nella minoranza, né nella maggioranza", dice Franco Marini arrivando al Nazareno. "Stiamo facendo un grande lavoro per cambiare il Paese", aggiunge il capogruppo alla Camera Ettore Rosato, "Lo stiamo facendo con tutti a partire dal partito". Attendista invece l’ex segretario Guglielmo Epifani: "Ottimista? Stiamo qui per ascoltare".

Ma le prime polemiche sono sorte per l'assenza di Pier Luigi Bersani, che ha preserito essere a Modena per la chiusura della Festa del Pd, come programmato ormai da tempo. "Siamo dentro un grande paradosso. Discutiamo con il governo una riforma che attiene al parlamento", dice inoltre, Alfredo D'Attorre, facendo intendere degli accordi sotto traccia tra maggioranza e altri partiti, "Renzi dice che ha i numeri? Evidentemente si stanno facendo delle interlocuzione con singoli senatori che esulano dal dibattito tra forze politiche. Qualche senatore sta prospettando un ingresso in maggioranza senza entrare neanche nel merito della riforma". "Penso sia giusto trovare un accordo dentro il nostro partito e poi fuori dalle mura Pd con chi ci sta", aggiunge Francesco Boccia, "La riforma non ha bisogno dei voti dei vari Verdini o D’Anna, passerà con i nostri voti. Anzi, auguro a loro e ai nuovi folgorati da un Pd che non sanno nemmeno cos’è di essere candidati ed eletti nel centrodestra. Hanno una cultura e una visione della società che non ha nulla a che spartire con il Partito Democratico".

Matteo Renzi ha aperto il suo discorso parlando però di altri temi cari al governo. Prima di tutto la scuola: "In due anni gli insegnanti di sostegno sono saliti da 63mila a 93mila. Sono aumentati gli investimenti sull’edilizia. E a dispetto della parola deportati usata da alcuni, parola brutta per chi crede nel valore della memoria, appena qualche decina gli insegnanti non ha accettato la proposta del posto di lavoro, avvenuta nell’ambito della più grande forma di investimento sull’educazione e sugli insegnanti mai fatta dal Paese nel dopoguerra", ha detto, "La buona scuola, che non è che un inizio di percorso perchè richiederà ancora molti passaggi, come le deleghe ma non solo, è stata resa possibile dalla vostra tenacia".

Altro tema, l'emergenza immigrazione: "Dopo aver detto in 16 trasmissioni tv, interrompendo l’interlocutore, prenditi tu il profugo, recentemente Salvini, ad Agorà Estate, si è detto pronto ad ospitarlo a casa sua", attacca, "Basta che cambi il clima e si cambia idea. Sono i surfisti dell’istante, che non si ricordano cosa hanno detto e cavalcano la risposta del momento". E ancora contro Grillo: "Sulla politica estera hanno unitarietà e coerenza i 5 Stelle perchè passano da Farage a Orban, che sono tutti quella cosa là". "Ci sono deputati europei di partiti iscritti al Pse che sostengono tesi totalmente affini a quelle di Orban e della destra radicale. E dobbiamo prenderne atto perchè anche questo è il Pse oggi", ammette Renzi, "Ma l’Europa è nata per abbatterli i muri e non per costruirli".

Poi la minaccia alla minoranza Pd passa per un riferimento alle vicende greche e al movimento di Yanis Varoufakis: "Le scissioni funzionano molto come minaccia, un po' meno nel passaggio elettorale", ha detto, "Chi di scissioni ferisce, di scissioni perisce". "Il passaggio delle riforme nasce in questa stanza", sottolinea Renzi, "Il primo patto del Nazareno lo abbiamo fatto al nostro interno, quando prendendo atto della situazione del governo precedente abbiamo deciso di cambiare passo. Alla storiellina del golpe di palazzo fatto a sorpresa può andare bene per i talk show, ma non ci credono neppure i bambini".

Al centro del dibattito c'è l'ormai famigerato articolo 2, quello che riguarda tra le altre cose l'eleggibilità dei senato e che viene dal governo considerato inemendabile perché già approvato alla Camera.

Per Renzi se il presidente del Senato Pietro Grasso dovesse aprire a modifiche "si dovrebbero convocare Camera e Senato perché saremmo davanti a un fatto inedito".

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