Politica

Da Rimbaud a Hemingway e quel «mal d'Africa» che lega rischio e passione

Non solo fonte di ispirazione, l'attrazione è spesso pericolosa. Il viaggio di Conrad, la malattia di Blixen

Matteo Sacchi

Mal d'Africa? Gli scrittori ce l'hanno e non da ora. E ce l'hanno anche per tutti i pericoli che l'Africa, nel suo essere selvaggia, comporta. L'Africa costò cara al poeta Arthur Rimbaud (1854 1891). Geniale ed irrequieto sin dall'adolescenza la Francia gli stava stretta ed era uno specialista di «fughe». Nel 1878 si recò per la prima volta in Africa ad Alessandria d'Egitto. Vi ritornò poi nel 1880 in cerca di lavoro, lui romanticamente lo scriveva così: «La mia giornata è finita; abbandono l'Europa. L'aria marina mi brucerà i polmoni, i climi sperduti mi abbronzeranno». Non andò così bene. Si spostò in un sacco di località sino a che ottenne un contratto di 9 anni per lavorare ad Harar in Abissinia. Ma la sua irrequietezza continuò a spingerlo a partecipare spedizioni commerciali e puramente esplorative. Viaggi alimentarono la leggenda del Rimbaud commerciante di schiavi. Ma di leggenda sembra proprio che si tratti. È un fatto che in Africa si ammalò gravemente ad una gamba. Sistemati alla meglio i suoi affari, nel 1891 fu trasportato in barella da Harar fino a Zeila. Salpato per Aden, il dottore inglese che lo visitò gli diagnosticò una sinovite tubercolare. Una nave lo condusse a Marsiglia. Gli amputarono l'arto ma non servì.

Anche Joseph Conrad (1857-1924) ebbe la sua dose di mal d'Africa. Lo si ritrova tutto nel romanzo Cuore di tenebra. Nel 1889 era al comando di un battello diretto in Congo. Fu l'esperienza che gli fece perdere ogni fiducia nella natura profonda dell'essere umano. Assistette alla colonizzazione in tutta la sua brutalità.

Esistono poi innumerevoli casi novecenteschi. Di cui il più noto è quello di Ernest Hemingway (1899-1961). Lo scrittore iniziò praticare i safari a partire dagli anni '30. Un safari particolarmente lungo e intenso del 1933 gli diede l'ispirazione per il racconto Le Nevi del Chilimangiaro e per l'autobiografico Verdi colline d'Africa. Nelle Nevi del Chilimangiaro la voce narrante è un uomo con una gamba in cancrena, in attesa dell'aereo che lo deve portare in salvo, che ripercorre la propria vita in Africa. Se vi ricorda Rimbaud non è un fatto casuale.

L'episodio più emblematico al femminile è ovviamente quello di Karen Blixen (1885-1962). Si trasferì in Africa nel 1913 e se ne allontanò solo nel 1931 quando la crisi del caffè fece fallire la sua piantagione. Tornata in Danimarca dal Continente nero riportò ricordi indelebili e una altrettanto indelebile sifilide.

L'Africa dà grandi emozioni, grandi romanzi, ma spesso in cambio chiede un prezzo.

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