Politica

"Rischiamo la recessione: ora bisogna tagliare le tasse"

Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli: "Con la crescita zero non ci sono alternative. Inutile lo scambio Iva-cuneo"

"Rischiamo la recessione: ora bisogna tagliare le tasse"

Altro che «modulazione con beneficio per gli italiani», come ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, l'incremento selettivo dell'Iva sarebbe una stangata da almeno 5 miliardi di euro. Per evitare il salasso, secondo il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, converrebbe orientare il cantiere della manovra verso il disinnesco completo delle clausole di salvaguardia e il rilancio dell'economia tramite una riduzione della pressione fiscale.

Presidente Sangalli, cosa pensa dell'ipotesi di scambio tra aumento selettivo dell'Iva e taglio del cuneo fiscale sul lavoro?

«Non è quel che occorre: crescita zero e venti di recessione richiedono una riduzione netta della pressione fiscale complessiva. Non è quel che serve: a chi gioverebbe visto che, nello scambio tra più imposte indirette e meno imposte dirette, a pagare di più sarebbero i livelli di reddito più bassi?».

Il ministro dell'Economia Gualtieri sembra orientato ad applicare aliquote Iva più alte a chi paga in contante e più basse a chi usi la moneta elettronica.

«Dovrebbe essere attentamente considerata la tenuta del fondamento giuridico di un'imposizione fiscale ad aliquote differenziate in ragione del diverso mezzo di pagamento. Occorre poi muovere dai dati dì realtà e, anzitutto, dalla constatazione del fatto che, ad oggi, i pagamenti a mezzo carta rappresentano, in valore, non più del 35% della spesa delle famiglie».

La differenziazione sembra la strada maestra o con l'istituzione di un'aliquota intermedia all'8% o con il sistema premiale.

«L'efficacia sarebbe tutta da verificare non solo ai fini della disincentivazione del ricorso al contante, ma anche e soprattutto in termini di contrasto degli effetti economicamente recessivi e fiscalmente regressivi dell'innalzamento delle aliquote legali Iva. Inoltre, non si comprende come gli ipotizzati meccanismi di compensazione potrebbero interessare la spesa, ad esempio, di turisti esteri provenienti dagli altri Paesi Ue».

Quanto peserebbe questa penalizzazione sulle tasche dei contribuenti?

«Sul piano complessivo l'operazione dovrebbe concorrere ad un accrescimento del gettito Iva di circa 5 miliardi di euro. Sarebbe francamente arduo catalogare una simile architettura nella categoria delle modulazioni con beneficio per gli italiani di cui ha parlato il presidente Conte».

Cosa si dovrebbe fare?

«Oltre al disinnesco degli aumenti Iva, la prossima legge di Bilancio ha il compito di rimettere in moto l'economia e di assicurare anche il buon andamento dei conti pubblici. Vanno perseguite due linee d'azione: sostegno all'innovazione e migliori infrastrutture. Ecco bisogna mobilitare investimenti privati e pubblici».

In che modo?

«Va confermato e potenziato il piano Impresa 4.0, riformandolo per renderlo più a misura di Pmi e più accessibile da parte dell'economia dei servizi. Da qui, infatti, potrebbero venire forti incrementi di produttività. Serve investire di più e meglio trasformando gli stanziamenti per opere infrastrutturali superiori ai 100 miliardi di euro in cantieri effettivamente aperti. E rilanciando, in Europa, il negoziato sulla possibilità di non computare nel deficit il cofinanziamento di investimenti strategici.

Il new green deal passa da qui».

Commenti