Coronavirus

"Rischio ingorghi" Sindacati e presidi perplessi sulla carta estesa ai genitori

I dirigenti: "Enormi problemi di controllo". Il ministro Bianchi: "La sicurezza prevale"

"Rischio ingorghi" Sindacati e presidi perplessi sulla carta estesa ai genitori

Il green pass viene esteso anche ai genitori che devono entrare a scuola. Ed è subito allarme tra i presidi: «Porrà enormi problemi di controllo - avverte il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli -. All'uscita si creeranno assembramenti in massa, o dentro o fuori dagli istituti sui marciapiedi». E non siamo fuori da ristoranti o stazioni, precisa: «C'è un grande afflusso di gente tutto nello stesso momento». Gli risponde subito il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi: «L'assembramento non c'è, ci sono sempre stati i genitori che hanno accompagnato i bambini alle porte della scuola. Chi, poi, deve fare un'entrata nella scuola, perché deve parlare o fare degli incontri, lo fa nella tutela di tutti. Quindi quel genitore che deve andare a fare l'incontro con la prof di italiano o di scienza, verrà controllato, ma non ci sarà assembramento - ha sostenuto - non c'è mai stato e non mi sembra che proprio adesso debba esserci. Abbiamo deciso di estendere l'obbligo di green pass perché vogliamo che chiunque entri in una scuola possa essere sicuro. Vogliamo mettere in sicurezza tutte le nostre scuole, i nostri ragazzi, i nostri figli».

Nel mezzo i genitori, che si dicono però «sconcertati»: «È un'imposizione pericolosa che arriva a pochi giorni dall'avvio dell'anno scolastico, in alcuni casi a lezioni già cominciate. Questo obbligo metterà in crisi anche la rete di aiuti familiari che i genitori devono faticosamente mettere in piedi ogni anno con parenti o aiuti esterni per l'accompagnamento dei figli», dice Chiara Iannarelli, vicepresidente dei genitori di Articolo 26.

Sul fronte insegnanti, sono ancora 103.891 - il 6,74 per cento del totale - quelli in attesa di prima dose, erano il 7,9 una settimana fa. Le difficoltà maggiori sono in Calabria con il 29,3 del personale scolastico ancora non vaccinato, il 21,9 nella Provincia autonoma di Bolzano, il 18 in quella di Trento, il 16,6 in Valle d'Aosta, il 13,5 in Piemonte, e l'11,3 in Sicilia. Il ministro dell'Istruzione assicura che per i controlli non ci saranno intoppi perché la piattaforma per la verifica dei green pass «è già pronta ed è funzionante fin dall'inizio di settembre. Ci siamo tenuti questi giorni in cui i ragazzi non sono a scuola , ma ci sono tutti i docenti, per collaudarla e verificarla». A controllare i professori saranno i presidi, mentre per i lavoratori esterni - personale delle mense e addetti alle pulizie - toccherà alle imprese: «Il preside apre il computer e vede i nomi, ma sono dati riservati e quindi non diffondibili. Ci sarà l'indicazione verde al green pass o rossa. Il dato non è cumulabile e quindi non ci saranno archivi».

Non la pensa così la Cgil, che invece prevede disagi e attacca: «Si tratta di uno strumento pensato per altri contesti, non certo quelli lavorativi figuriamoci per uno così particolare come la scuola - spiega Francesco Sinopoli, segretario generale di Flc-Cgil -. Il governo ha scelto una mezza misura con ricadute sulla gestione da parte delle scuole, piuttosto che assumersi la responsabilità di introdurre l'obbligo di vaccinazione».

E se il ministro della Salute Roberto Speranza ricorda che «vogliamo ripartire e farlo in sicurezza», i presidi lamentano anche criticità non risolte i questi mesi di dad: «Le strutture non sono adeguate da sempre - continua Giannelli - ci sono i problemi delle cosiddette classi pollaio e la situazione sul fronte dei locali è sostanzialmente identica rispetto a settembre scorso». «Problemi» che per il ministro Bianchi sono però quelli che «abbiamo accumulato negli ultimi 30 anni e che stiamo affrontando come sempre tutti assieme». Non solo le classi affollate, si teme soprattutto il fronte più difficile, quello dei trasporti: «Siamo molto più preoccupati per le notizie che arrivano dalle diverse prefetture d'Italia - fanno notare dalla Cisl scuola -. I problemi non sono stati risolti e gli orari d'ingresso diversificati complicheranno l'organizzazione scolastica.

Di trasporti e di edilizia scolastica se ne parla troppo poco, la regolarità delle lezioni - conclude - sarà fortemente condizionata dai tempi d'ingresso e di uscita delle attività didattiche».

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