Politica

Rispuntano i finiani per attaccare i sovranisti

Gli ex di Futuro e Libertà danno consigli (non richiesti) sul sovranismo a Matteo Salvini e alla Lega

Rispuntano i finiani per attaccare i sovranisti

A volte ritornano. E così, mentre il nuovo governo Pd-M5S inizia a muovere i suoi primi passi, c'è chi torna a riflettere sul vecchio esecutivo, o meglio, su una sua componente: la sovranista Lega di Matteo Salvini. A farlo, però, non sono esponenti di partiti o partitini oggi presenti nella scena politica del nostro Paese, ma chi dai giochi oramai è fuori da un bel po di tempo: i "finiani".

Va precisato che l'ex leader di Alleanza Nazionale e Futuro e Libertà Gianfranco Fini, una volta uscito dal parlamento ha preferito tirarsi fuori dall'agone mediatico della politica italiano. Così, salvo rare apparizioni televisive, Fini ha mantenuto l'atteggiamento che si richiede da chi ha ricoperto una carica istituzionale tanto importante quanto quella di presidente della Camera.

Non lo stesso atteggiamento, però, ha avuto chi a Fini è stato vicino nel suo trascorso partitico che, invece, si diletta a dare consigli (non richiesti) a chi occupa la scena politica , a partire dagli ex alleati della Lega e Matteo Salvini. Il tema, logicamente, è quello del sovranismo su cui l'ex ministro dell'Interno sarebbe colpevole di aver generato, nei confronti di chi porta avanti questa idea, una paura così forte da creare l'isolamento di tutta la destra italiana. A fare questa riflessione, riportata sulle pagine de La Verità, è Flavia Perina, ex parlamentare e diretto del Secolo d'Italia: "La destra a rischio isolamento (...) Stupisce l’apparente inconsapevolezza con cui le nuove destre continuano a danzare sul filo dell’estremismo delle dichiarazioni di guerra a tutto e tutti, dopo aver largamente verificato che quel tipo di messaggio minaccia di costruire una gabbia in cui si finirà segregati e ininfluenti (se non addirittura mostrificati)". La Perina parla di nuove destre (come se la Lega non fosse stata al Governo con An prima e PdL poi, a più riprese: 1994-1996; 2001-2006; 2008-2011 prima dell'arrivo di Monti) così da segnare una netta linea di demarcazione (esistente o inesistente che sia) tra DESTRA e destra.

Lo stesso fa Filippo Rossi, intellettuale molto vicino a Gianfranco Fini, che parla di una "destra cattiva", "xenofoba e populista" e capace di "ogni nefandezza" che esprime "l’istinto di un Paese in disarmo, livido e spaventato". Quello che Rossi si dimentica di evidenziare, però, è che se a guidare la destra è rimasta solo quella "cattiva", quella "buona" evidentemente qualche cosa di male deve aver fatto per scomparire...

comunque è sempre meglio rimarcare diversità e differenze di vedute, anche perché al banco di prova in questo momento loro non ci sono; in fin dei conti, come diceva De Andrè, "Si sa che la gente dà buoni consigli Se non può più dare cattivo esempio".

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