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La rissa infinita su Etruria Ora il Pd accusa i truffati

«Vandali», «aggressori»: il segretario di Arezzo si scaglia sui risparmiatori armati di trombette

La rissa infinita su Etruria Ora il Pd accusa i truffati

I rapporti tra Partito democratico e risparmiatori si possono dichiarare definitivamente spaccati. Un declino costante iniziato quella famigerata domenica 22 novembre 2015 quando il governo Renzi azzerò a cuor leggero, con un semplice decreto, i titoli obbligazionari dei clienti di quattro piccole banche italiane. Da allora, i molti ex obbligazionisti che hanno sempre votato Pd, hanno messo per sempre la loro croce sui «pidioti», come li chiamano loro. Il 25 settembre 2016, durante la manifestazione contro la ex ministra Maria Elena Boschi a Laterina, alcuni di loro bruciarono in piazza i simboli del partito mentre gli striscioni per strada recitavano: «Pd colluso con le banche», «Pd=partito dittatoriale».

L'odio dilagante è riaffiorato il 24 dicembre scorso, quando in via Roma ad Arezzo, davanti alla sede storica di Banca Etruria i risparmiatori truffati dall'istituto aretino (che hanno in media 70 anni) hanno inscenato una pacifica protesta, dopo aver saputo del salvataggio Mps. Per il Pd locale però si è trattato di «vandalismo», «aggressione», «incursione». Il suo segretario provinciale Massimiliano Dindalini, si è addirittura scomodato a diffondere una nota delirante dal titolo ancor più insensato: «Quando le vittime diventano aggressori - Incursione dell'Associazione Vittime del Salvabanche contro la sede del Pd». In verità i risparmiatori sono andati in piazza Sant'Agostino, davanti alla porta degli uffici del Pd locale, e hanno solo attaccato dei fogli bianchi A4 con su scritti i loro slogan, fischiettato con le trombette (come si vede nella foto).

La distorta aggressione vaneggiata da Dindalini che nella nota parla di «linciaggio morale» e di manifesti strappati, «in realtà non c'è stata - sostiene Letizia Giorgianni, leader dell'Associazione - Eravamo scortati dalla Digos e i manifestanti hanno solo strappato un vecchio manifesto del referendum, cosa di cui non mi sono nemmeno accorta. Fumogeni ne sono stati utilizzati durante tutta la sfilata ma erano innocui. La scena veramente agghiacciante, invece, è stata quella di Dindalini. Cianotico dalla rabbia si è scagliato contro due funzionari della Digos che si trovavano con me in un bar. Urlava contro di loro imponendogli di prendere seri provvedimenti nei nostri confronti. Io gli ho detto: Si rende conto che il suo partito ha azzerato i soldi di tutte queste persone e ora lei sta facendo un'arringa perché hanno strappato un foglio?. Ma lui ha risposto che con me non parlava. Tanto per dire quanto sia arrogante il Pd». Sarà per questo che il deputato Pd, amico della Boschi, Marco Donati (figlio di un probiviro di Etruria), insieme alla deputata Donella Mattesini, per cercare di recuperare consensi, ha promosso in questi giorni un incontro a Montecitorio con il viceministro dell'Economia Enrico Morando.

Tanto nessuno gli crede più.

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