Quirinale 2015

Rito delle consultazioni per nascondere la carta decisiva

Difficile credere che davvero la giornata di oggi possa essere risolutiva per tratteggiare il profilo del nuovo presidente della Repubblica

Rito delle consultazioni per nascondere la carta decisiva

È a Palazzo Chigi da meno di un anno, eppure oggi sarà costretto per la seconda volta ad acconciarsi a quel rito della vecchia politica che sono le consultazioni. A febbraio del 2014 per formare il suo governo con tanto di memorabile scontro in streaming con Beppe Grillo, oggi per quella che quasi certamente sarà la partita chiave della legislatura con l'elezione del successore di Giorgio Napolitano.

Una scelta ragionata, quella di Matteo Renzi. E per molti versi tattica. Difficile, infatti, credere che davvero la giornata di oggi possa essere risolutiva per tratteggiare il profilo del nuovo presidente della Repubblica. I tredici incontri in agenda tra le 9.30 e le 20.15 - con ben diciannove diverse formazioni politiche – fanno infatti venire il sospetto che non siano niente più che una parata ad uso e consumo di telecamere, con l'obiettivo di alzare una cortina fumogena su quello che davvero è il candidato al Quirinale. Per quanto coperto, infatti, è chiaro che arrivati a questo punto il nome c'è. E a conoscerlo non è soltanto Renzi e qualche suo fedelissimo, come magari poteva essere fino alla scorsa settimana. Secondo i bene informati, infatti, Gianni Letta e Denis Verdini avrebbero già ricevuto indicazioni chiare, chi dagli ambasciatori del premier e chi dal premier in persona.

Il nome del «quirinabile», insomma, sarebbe già stato recapitato a Silvio Berlusconi. E ora tutto sta capire se le perplessità che vanno manifestando in queste ore alcuni big di Forza Italia molto vicini all'ex premier siano frutto di una sincera preoccupazione o servano solo ad alzare la posta. Una questione su cui forse Renzi e Berlusconi faranno chiarezza nel faccia a faccia in programma stasera alle 7, anche se solitamente non sono riunioni così allargate quelle dove si entra nel dettaglio delle cose che contano. Di qui l'impressione che la giornata di oggi servirà al premier per prendere tempo in vista del D-Day, atteso per sabato quando il Parlamento in seduta comune arriverà alla quarta votazione (la prima a maggioranza semplice). Quello sarà per Renzi il momento della verità, con Pd, Forza Italia e l'Area popolare di Ncd e Udc chiamati a convergere sulla cosiddetta «carta coperta». Che sarà però svelata prima, forse già giovedì.

Così da mettere in chiaro che eventuali convergenze della fronda Pd e del M5S su Romano Prodi nelle prime tre votazioni non avrebbero poi alcun seguito.

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