Politica

Ritorna l'effetto Berlusconi e i moderati si risollevano

Il Cavaliere fa l'ultimo blitz in Liguria per Toti e spera nel suo successo. Soddisfatto anche per Ricci in Umbria: «L'avevo detto, uniti si vince». Brunetta: Silvio preoccupato per l'astensione

Berlusconi è cauto. Le proiezioni danno il «suo» Giovanni Toti in testa in Liguria, davanti alla grillina Alice Salvatore e alla piddina Raffaella Paita. E poi si «rischia» il botto nella rossissima Umbria. Fosse così sarebbe un bel successo ma l'ex premier non canta vittoria in anticipo. E sarebbe un successo doppio perché è stato Berlusconi in persona a chiedere al suo consigliere di correre; e poi perché sia la Liguria sia l'Umbria sono sempre stati tradizionalmente rosse e strapparle al Pd in un momento in cui Renzi pare avere il vento in poppa significa aprire una breccia nel muro del renzismo. Se i risultati dovessero essere confermati, l'ex premier potrebbe ben dire di essere ancora legittimato a stare in campo. Ma soprattutto, come dice ai suoi ad Arcore, «Vedete, avevo ragione: dove siamo tutti uniti si vince come in Liguria e Umbria». Una preoccupazione arriva dal dato dell'astensionismo, come conferma Brunetta: «Ho sentito Berlusconi ed è preoccupato per i dati dell'affluenza».

Il Cavaliere, i candidati, li ha chiamati tutti all'ora di pranzo per un «in bocca al lupo» e per ringraziarli per aver sventolato la bandiera di Fi anche se il vento soffiava spesso contrario. Dall'altra parte del telefono, tutti a esprimere riconoscenza al leader che non s'è risparmiato. Un tour de force che l'ha visto presente in cinque Regioni sulle sette al voto con un ruolino di marcia massacrante. In più, le interviste a tappeto per raddrizzare la sovraesposizione degli altri, competitor e non. Renzi e Salvini, infatti, ben prima che la campagna elettorale entrasse nel vivo, erano sempre in tv a differenza del Cavaliere: ecco spiegati, in parte, i buoni risultati di Pd e Lega. Berlusconi ha voluto essere vicino a tutti gli aspiranti governatori del centrodestra telefonando a Claudio Ricci (Umbria), Stefano Mugnai (Toscana), Gian Mario Spacca (Marche), Adriana Poli Bortone (Puglia), Stefano Caldoro (Campania) e Luca Zaia (Lega). Ma, sia per il particolare rapporto personale con Giovanni Toti sia perché la Liguria è stata la Regione più in bilico, il Cavaliere ha voluto personalmente fare un blitz nella terra dei fiori, assieme alla compagna Francesca Pascale. Un pranzo assieme a Toti, allo staff e a tanti simpatizzati che, come al solito, l'hanno tempestato di richieste di selfie. Niente politica per rispettare il silenzio elettorale ma qualche battuta: «Anch'io facevo fotografie; poi le vendevo». Quindi è tornato sull'episodio di venerdì sera quando, a Segrate, s'è fermato a un comizio del candidato sindaco del Pd, anziché alla kermesse della candidata di Forza Italia: «La storia di Segrate è una bufala - ha detto il Cavaliere - Quella sera ho sentito un'orchestrina che suonava e sono sceso perché ero curioso».

Poi, in serata, il rientro ad Arcore in attesa degli exit poll con due certezze. La prima: «Io sono sereno e questo tour è stato utile e bellissimo. In ogni piazza ho toccato con mano l'affetto di tantissima gente. Sono commosso», andava ripetendo anche ieri sera ai presenti ad Arcore. La seconda: laddove il centrodestra s'è presentato unito i risultati sono stati soddisfacenti. Non solo: in Umbria, Claudio Ricci (che per 20 mesi ha lavorato per tenere insieme tutti, dall'Ncd alla Lega) se la gioca con la piddina in un appassionante testa a testa. Certo, ora c'è da contenere l'alleato del Carroccio, particolarmente infervorato dal successo elettorale e desideroso di lanciare un'opa sul centrodestra. Il Cavaliere, tuttavia, è persuaso che Salvini non potrà sfondare tra l'elettorato moderato.

Ma per ora il Cavaliere si immerge nella lunga notte dello spoglio elettorale e oggi volerà a Roma per la cerimonia al Colle in occasione della festa della Repubblica.

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